Nucleare, Giovannini: "Utile per la transizione, necessario per la sicurezza"

Dopo anni di marginalità, il nucleare è tornato al centro del dibattito politico e industriale. Tra crisi geopolitiche, necessità di decarbonizzazione e consumi energetici sempre più elevati, governi e istituzioni stanno rivalutando una fonte a lungo considerata troppo rischiosa e costosa. Francesca Giovannini, direttrice esecutiva di Managing The Atom, il programma sul nucleare dell’Università di Harvard, affronterà queste sfide e opportunità durante "La Scossa", il convegno organizzato da Open il 10 dicembre all’Ara Pacis di Roma.

Secondo Giovannini, il ritorno dell’atomo è spinto da precise esigenze ambientali: "Il cambiamento climatico impone nuove scelte energetiche, e questo sta dando un consenso politico trasversale al nucleare". Non a caso, nel 2022 l’Unione Europea ha inserito il nucleare nella Tassonomia verde, mentre la Banca Mondiale ha rimosso il divieto sui progetti atomici dopo dodici anni. Il settore, oggi, vede protagonisti anche nuovi investitori globali come Warren Buffett e Bill Gates, impegnati nello sviluppo dei reattori di nuova generazione.

Ma la dimensione non è soltanto ecologica. Giovannini ricorda che l’aspetto strategico pesa quanto – se non più – quello climatico: "Dobbiamo vedere la politica energetica dell'Ue come una politica di sicurezza nazionale. Se dipendiamo dal gas russo, la nostra capacità di difenderci è limitata". Il nucleare, in questa prospettiva, è un tassello centrale per la sicurezza e l’autonomia industriale del continente, che però, avverte l’esperta, è "10 anni indietro rispetto a Russia, Cina e Stati Uniti".

Giovannini sarà tra gli ospiti di "La Scossa – Il mix di energie per mettere in sicurezza l’Italia e la sua bellezza", il convegno curato da Open e finanziato da Next Generation EU, dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e da Unioncamere, con il sostegno di Edison e il patrocinio del Comune di Roma. L’appuntamento è per mercoledì 10 dicembre all’Ara Pacis.