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CRONACA

Ospedali italiani, ecco i 15 migliori secondo Agenas

Dal cuore ai tumori: la fotografia del Pne 2025

Ospedali italiani, ecco i 15 migliori secondo Agenas

Arriva anche quest’anno l’analisi sulle performance degli ospedali italiani: l’Agenas ha presentato al Ministero della Salute i risultati del Programma Nazionale Esiti (Pne) 2025, una valutazione che mostra un sistema capace di migliorare quando dispone di riferimenti chiari e strumenti di monitoraggio. Nonostante i progressi, resta evidente un forte divario Nord-Sud nella qualità dell’assistenza, soprattutto nella chirurgia oncologica complessa, nella tempestività delle cure e in alcuni ambiti materno-infantili.

Come è stata condotta la valutazione
Il Pne 2025 ha esaminato 1.117 strutture di ricovero per acuti, pubbliche e private, utilizzando le schede di dimissione ospedaliera, l’Anagrafe tributaria e i dati del pronto soccorso. La valutazione grafica tramite il “treemap” ha coinvolto 871 strutture, di cui 189 (21%) hanno ottenuto risultati alti o molto alti in tutte le aree cliniche analizzate.

Le 15 strutture migliori in Italia
Tra gli ospedali valutati in almeno sei aree cliniche, 15 hanno raggiunto nel 2024 un livello complessivo “alto” o “molto alto”:

  • Ospedale Bolognini (Lombardia)

  • Ospedale di Montebelluna (Veneto)

  • Spedale Bentivoglio (Emilia-Romagna)

  • Ospedale di Città di Castello (Umbria)

  • Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia)

  • Fondazione Poliambulanza (Lombardia)

  • Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia)

  • Istituto Clinico Humanitas (Lombardia)

  • Ospedale di Cittadella (Veneto)

  • Ospedale di Fidenza (Emilia-Romagna)

  • Pof Lotti – Stabilimento di Pontedera (Toscana)

  • Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Marche)

  • AOU Federico II di Napoli (Campania)

  • Ospedale di Savigliano (Piemonte)

  • Ospedale di Mestre (Veneto)

Cardiovascolare: bene infarti e angioplastiche, criticità sui bypass

  • Infarto miocardico acuto: ricoveri in calo del 21%, con il 90% dei casi trattati in centri ad alto volume.

  • Angioplastica coronarica (PTCA): valori analoghi, con forte concentrazione nei centri più esperti.

  • Bypass aortocoronarico: frammentazione in aumento → i centri sopra i 200 interventi/anno sono scesi da 23 (2015) a 15 (2024).

Oncologia: miglioramenti significativi ma Sud ancora indietro

  • Tumore della mammella: trattato in centri ad alto volume nel 90% dei casi (72% nel 2015).

  • Colon: dal 69% al 73%.

  • Prostata: dal 63% all’82%.

  • Polmone: dal 69% all’83%.

  • Pancreas: dal 38% al 54%, ma al Sud solo il 28% è trattato in centri adeguati.

  • Retto: peggioramento dal 30% al 22%, con livelli bassi in tutta Italia.

Tempestività delle cure

  • PTCA entro 90 minuti per STEMI: 63% (era 57% nel 2020), con ampie differenze territoriali e valori peggiori al Sud.

  • Frattura del femore trattata entro 48 ore (over 65): dal 52% al 60%, ma molte regioni meridionali restano sotto gli standard.

Appropriatezza clinica

  • Taglio cesareo primario: dal 25% al 22%, ma il Sud resta sopra il 25% e lontano dallo standard OMS del 15%.

  • Episiotomie: dimezzate, dal 24% al 9%.

  • Parti vaginali dopo cesareo (VBAC): dall’8% al 12%, ancora bassi soprattutto al Sud.

Appropriatezza organizzativa

  • Colecistectomia laparoscopica in day surgery: dal 22% al 39%.

  • Degenza inferiore a 3 giorni: salita dal 74% all’87%, con scarsa variabilità nazionale.

Esiti clinici

  • Bypass isolato: mortalità a 30 giorni all’1,5% (soglia 4%).

  • Interventi su valvole cardiache: 2% di mortalità, con criticità in Calabria, Campania e Puglia.

Il Pne 2025 conferma dunque un miglioramento complessivo delle cure ospedaliere in Italia, ma anche la persistenza di profonde disuguaglianze territoriali e differenze di qualità che restano una delle principali sfide del Servizio sanitario nazionale.

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