VOCE
CRONACA
24.12.2025 - 12:00
La linea ferroviaria Verona–Rovigo non è più tra le peggiori d’Italia. A certificarlo è il rapporto Pendolaria 2025 presentato a Roma da Legambiente, che per la prima volta dal 2015 esclude la tratta dalla classifica delle dieci linee ferroviarie più problematiche del Paese. Un risultato significativo per il collegamento di 96,6 chilometri a binario unico che unisce il Basso Veronese al Rodigino e che per anni era diventato simbolo di disservizi, lentezza e materiale rotabile obsoleto.
Il cambio di passo è arrivato soprattutto con il passaggio della gestione da Sistemi Territoriali a Trenitalia, avvenuto nel settembre 2024. Questa transizione ha permesso un rinnovamento sostanziale del parco treni, con il definitivo pensionamento delle vecchie “littorine” e l’introduzione di convogli di ultima generazione, tra cui i nuovi treni ibridi Stadler Minuetto, entrati in servizio nella primavera del 2025. Un intervento che ha inciso direttamente sulla qualità del servizio quotidiano per pendolari e viaggiatori.
Nel report di Legambiente, il “posto” lasciato libero dalla Verona–Rovigo nella lista delle linee peggiori è stato occupato da un’altra tratta veneta, la Vicenza–Schio, a conferma di un miglioramento concreto e riconosciuto a livello nazionale. Tuttavia, non tutte le criticità sono state risolte. La linea resta infatti inserita tra i cantieri “sospesi”, ovvero interventi programmati ma non ancora realizzati.
In particolare, mancano ancora 46 milioni di euro per completare l’elettrificazione e la velocizzazione del tratto Cerea–Isola della Scala, lungo 19 chilometri. Secondo quanto riportato da Legambiente, si tratta di un’opera attesa da troppo tempo e ancora in fase di sviluppo, come confermato nei mesi scorsi da Rete ferroviaria italiana e dalla Regione Veneto.
Il piano di ammodernamento comprende anche la soppressione di diversi passaggi a livello, sette dei quali inseriti proprio nel progetto di elettrificazione. Una strategia che punta a ridurre ritardi e guasti, ancora oggi una delle principali cause di rallentamento lungo la tratta. La delega ai Trasporti regionali, ora affidata all’assessore Diego Ruzza, eredita un percorso già avviato ma ancora da completare.
Nonostante i limiti strutturali, i dati più recenti segnalano un netto miglioramento della puntualità: secondo Ferrovie dello Stato, nei primi dieci mesi del 2025 il 90,4% delle corse è arrivato in orario, con un aumento dell’8,5% rispetto al biennio precedente. Un segnale incoraggiante che, pur senza risolvere ogni problema, segna l’uscita definitiva della Verona–Rovigo dal “girone infernale” delle ferrovie italiane.
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