VOCE
CAPODANNO
29.12.2025 - 20:00
Il Capodanno è da sempre il tempo dei riti e dei simboli di buon auspicio, e tra questi il vischio occupa un posto speciale. Da secoli è considerato emblema di fortuna, amore, pace e prosperità, capace di proteggere la casa e chi la abita. Le sue origini affondano nelle tradizioni celtiche e romane, dove era venerato come pianta sacra, dotata del potere di allontanare negatività e spiriti maligni. Ancora oggi, appenderlo all’ingresso dell’abitazione è un gesto che accompagna l’arrivo del nuovo anno con un augurio di serenità.
In passato il vischio veniva usato come amuleto protettivo contro malattie, streghe e presenze negative. Collocarlo sopra la porta aveva un significato preciso: creare una soglia simbolica capace di difendere la casa e garantire armonia ed energia positiva. È proprio questa funzione di protezione a spiegare perché il vischio sia sopravvissuto nei secoli come uno dei riti più diffusi delle feste di fine anno.
La tradizione più famosa resta quella del bacio sotto il vischio. Scambiarsi un bacio allo scoccare della mezzanotte è considerato un gesto capace di allontanare la sfortuna e rafforzare il legame di coppia. Sempreverde anche nei mesi più freddi, il vischio rappresenta la vita che resiste all’inverno ed è da sempre associato a fertilità, vitalità e unioni felici. Nel folklore popolare, il bacio sotto i suoi rami simboleggia non solo l’amore, ma anche la continuità e la prosperità della famiglia.
Non mancano credenze più intime e suggestive. Secondo alcune tradizioni, mettere un rametto di vischio sotto il cuscino favorirebbe sogni premonitori, soprattutto legati all’amore e al futuro sentimentale. Un piccolo rito domestico che trasforma la notte di San Silvestro in un momento di attesa e speranza.
Nelle antiche culture celtiche, in particolare tra i druidi, il vischio era ritenuto sacro perché cresce sugli alberi senza toccare il suolo. Questa caratteristica lo rendeva simbolo di origine divina, capace di proteggere e scacciare le influenze negative. A queste credenze si sono intrecciate anche le leggende nordiche, che collegano il vischio al mito del Baldur, divinità della luce e della rinascita, rafforzando il legame con l’idea di nuovo ciclo vitale.
Secondo la tradizione, il vischio non va gettato via. Il rametto appeso in casa dovrebbe essere conservato per tutto l’anno e poi bruciato o sostituito il 31 dicembre successivo, come gesto simbolico per chiudere il ciclo appena trascorso e rinnovare la buona sorte per l’anno che inizia.
Tra mito, superstizione e tradizione popolare, il vischio continua a essere uno dei riti portafortuna più amati del Capodanno. Un gesto semplice e antico che, ancora oggi, accompagna l’inizio dell’anno nuovo nel segno della speranza e del buon auspicio.
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