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Omicidio Burci, ci sono complici in libertà

Le motivazioni della sentenza

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I legali delle due persone condannate dalla Corte di assise di Rovigo annunciano ricorso in appello.
Omicidio Burci, ci sarà appello. Ma per quell’assassinio ci sono altri complici ancora in libertà.


I legali di Sergio Benazzo, di Villadose, e Gianina Pistroescu, condannati all’ergastolo per l’omicidio di Paola Burci, annunciano il ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni della sentenza emessa lo scorso aprile dalla Corte d’assise del tribunale di Rovigo.


La 19enne prostituta venne torturata e uccisa nel febbraio 2008, il suo corpo poi venne bruciato e abbandonato in una golena del Po.


Dalle motivazione emerge, inoltre, che secondo i giudici i due condannati non sono gli unici responsabili dell’omicidio. Questa colpa ricadrebbe, infatti, anche sui componenti di un’altra banda alla quale la prostituta era stata ceduta in una sorta di tratta delle bianche. Una banda che gravitava attorno ad un ristorante del Medio Polesine, dove pare gestisse un giro di prostituzione.


La 19enne poi, sempre secondo le motivazioni, aveva minacciato di raccontare tutto alle forze di polizia se non le fosse stato permesso di tornare in Romania. Ed è per questo che la 19enne è stata uccisa. I suoi resti poi bruciati per nascondere le tracce.


L'avvocato Marsiglia però, giudica la sentenza del tribunale di Rovigo troppo "frettolosa" e annuncia ricorso in appello.
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