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Alexei aveva anche una tenaglia al collo

Villadose

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Alexei Boldurescu e il luogo dove è stato trovato l'uomo senza vita

Alexei aveva anche una tenaglia al collo. Intanto dai primi riscontri autoptici pare sia confermata l’ipotesi del suicidio: domani l’esito.
Una tenaglia attaccata alla fascetta che aveva stretta al collo. E’ questo un ulteriore dettaglio che emerge dopo la tragedia della morte di Alexei Boldurescu. La tenaglia probabilmente è stata usata per cercare di tagliare la fascetta stessa ed impedire che potesse avere l’effetto mortale che poi ha avuto. Oppure per stringere la fascetta stessa. Non solo: vicino al corpo dell’uomo è stata trovata una fascetta simile a quelle usate per il collo e le due caviglie.



Non ci sono ancora certezze, ma dai primi riscontri autoptici sembra confermata l’ipotesi del suicidio. Solo domani ci sarà il risultato certo dell’autopsia, ma dai primi accertamenti l’indicazione pare essere quella per la quale l’uomo si sarebbe tolto la vita.




Nel frattempo, le indagini dei carabinieri sono proseguite ad ampio raggio, senza escludere alcuna ipotesi. Almeno fino a quando l’autopsia non darà un esito certo. I militari hanno continuato anche ieri a sentire persone informate sui fatti e si è continuato ad analizzare il telefonino, verificando le chiamare in entrata ed in uscita. Il cellulare del 32enne, peraltro, era spento, al momento dell’arrivo dei carabinieri sul luogo della tragedia.
Alexei Boldurescu era stato trovato morto, riverso a terra, vicino al suo furgone Nissan dalla parte del guidatore, con fascette legate al collo e alle caviglie, nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle due, nel territorio di Villadose, al confine con Ca’ Emo. Precisamente in via Verdi, all’altezza del civico 165, strada che appunto conduce a Ca’ Emo, frazione di Adria, lungo lo scolo Valdentro. Una strada molto buia.



Alexei Boldurescu, moldavo, era un lattoniere. E’ stato trovato vicino al suo furgone Nissan, quello che usava per il lavoro, morto strozzato con una fascetta stretta al collo. Non solo: aveva altre due fascette (quelle zigrinate, da elettricista), una per ciascuna caviglia, con una terza a fare da ponte.



Il servizio sulla Voce del 15 marzo
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