VOCE
gaiba
03.08.2018 - 20:51
Il parroco va a Badia Polesine dove vivono i suoi familiari e dove aiuterà i locali sacerdoti
Don Mario lascia dopo 15 anni la parrocchia. Arrivato nel piccolo comune rivierasco nell'ormai lontano 2003, dopo essere stato alla guida di altre comunità polesane, don Mario Carmignola lascia all’età di 78 anni la sua parrocchia per stabilirsi definitivamente nella sua Badia Polesine.
La notizia era già stata data dallo stesso parroco durante le celebrazioni domenicali, ma ad ufficializzare la cosa, ci ha pensato Vescovo della diocesi di Adria e Rovigo Pierntonio Pavanello con una lettera recapitata ad ogni famiglia del territorio. “Carissimi Fedeli, vi raggiungo con questo scritto per alcune comunicazioni relative al servizio nella vostra comunità cristiana del vostro parroco Don Mario Carmignola.
l servizio di Don Mario ha avuto inizio nel 2003 - scrive il prelato - sono stati 15 anni di presenza quotidiana, costante e premurosa nei confronti di tante persone. Ora, giunto all'età di 78 anni. Mi ha chiesto di poter lasciare il compito di parroco e di potersi stabilire a Badia Polesine dove vivono i suoi familiari e dove potrà continuare a prestare il ministero sacerdotale in aiuto ai sacerdoti della vicaria. Per quanto riguarda la vostra parrocchia - continua il Vescovo - come già prospettato in passato, inizierà un nuovo cammino assieme alle parrocchie di Ficarolo e Salara, formando insieme una nuova Unità Pastorale, affidata alla cura di Don Massimo Guerra, finora parroco di San Biagio di Lendinara, il quale potrà contare sulla collaborazione di Don Ferdinando Salvan che lascia per limiti di età, il compito di parroco di Trecenta e Sariano.
La nostra Chiesa diocesana sta cercando, come scritto nella Proposta Pastorale di quest'anno, di ripensare il volto delle comunità Cristiane per una nuova presenza nel territorio. Vi chiedo pertanto di vivere questa nuova situazione non come una perdita, ma in positivo come un'occasione per rinnovare la vostra comunità e di scoprire la bellezza di essere partecipi e corresponsabili della vita della vostra parrocchia. Essere una comunità nella quale non risiede stabilmente il parroco, non comporta un abbandono –conclude monsignor Pacanello - ma una presenza diverso del parroco. In questa prospettiva dobbiamo ripensare alla vita della chiesa come compito di tutti i battezzati. Il Cammino Insieme con le altre due comunità, se voi lo vorrete, potrà poi diventare motivo di arricchimento reciproco”.
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