VOCE
LA PROTESTA
28.01.2021 - 17:16
"Apprendiamo, che dall'inizio di gennaio, Amazon ha licenziato quasi la metà dei lavoratori, circa 400 su 900. Persone con contratti a tempo determinato, il cui mancato rinnovo è stato comunicato a molti telefonicamente, dopo l'ultimo turno di lavoro". Sono le parole dell'associazione per i Diritti dei Lavoratori, Adl Cobas che questa mattina hanno manifestato davanti al grande magazzino della logistica di Castelguglielmo, rivendicando l'importanza dei diritti e della salute sul posto di lavoro.
"L'uso di contratti MOG (monte ore garantito) e contratti a tempo determinato, della durata di un mese, è un sistema che attualizza una logica di vecchio stampo: sfruttamento a pieno ritmo ed espulsione dei lavoratori quando e quanto è più congeniale all'azienda. Insomma, la logica dell"usa e getta". Centinaia di persone - si legge nella nota dei sindacati - sottoposte ad una precarietà estrema che li rende particolarmente ricattabili, anche a causa dei forti disagi dovuti alla mancanza di alloggi per chi arriva da fuori provincia. Amazon afferma che i 900 posti di lavoro a tempo indeterminato saranno creati entro 3 anni, e dalle informazioni che trapelano è evidente che i processi di selezione sono e saranno spietati. La pressione che Amazon esercita sui lavoratori è totalizzante, sia sul piano fisico (dipendenti costretti a camminare 15-16 chilometri al giorno per svolgere la propria mansione all'interno del magazzino) che sul piano psicologico (forzando i tempi e il modo di lavorare, controllando selettivamente ogni gesto dei dipendenti, e con valutazioni negative che compromettono il rinnovo del contratto)".
"Nonostante ciò, amministrazioni e politici del territorio, affiancati dai sindacati confederali, hanno esaltato l'arrivo di Amazon come una manna caduta dal cielo. Ma non si metteva in conto lo scenario di grave crisi in cui oltre 200 aziende chiudono ogni giorno, anche per effetto di mega strutture come queste. Numeri, e non persone, dentro enormi edifici in mezzo al nulla, insieme ad aziende con il proprio indotto che spariscono, bruciando migliaia di posti di lavoro: una realtà che il nostro territorio non merita".
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