VOCE
ARQUA’ POLESINE
06.11.2021 - 10:11
Sacchi di generi alimentari abbandonati lungo il Canalbianco ad Arquà Polesine. “E l'incivile seriale colpisce ancora... É la quarta volta in un mese in via Valmolin di mezzo. Questa volta altri 5 sacchi”, sono le parole usate dal referente provinciale dell’associazione Plastic Free, per commentare una raccolta fatta nei giorni scorsi lungo le sponde del Canalbianco, nel tratto vicino alla rampa del sottopassaggio della ferrovia. “Tra i rifiuti - continua Fenza - pacchetti di pasta, grissini, biscotti nuovi e incartati. Inciviltà non solo verso l'ambiente, ma anche nei confronti delle persone in difficoltà”. Da una prima analisi delle immondizie raccolte, sui pacchi di pasta sarebbe stampata la sigla utilizzata per i generi alimentari destinati alle persone in difficoltà e alle associazioni che se ne occupano. “Vado spesso a fare un giro in quella zona - spiega il referente Plastic Free - perché, purtroppo, so che si tratta di un punto preso spesso di mira da chi abbandona rifiuti. La prima volta che sono andato ho raccolto la bellezza di 100 chili di rifiuti, la seconda addirittura un forno e le altre volte, sacchi di rifiuti incastrati nei rami degli alberi a riprova che queste persone si fermano probabilmente nella piazzola e li gettano dalla strada, nell’alveo dei fiume”. Si tratta di un’abitudine che, purtroppo, non sembra passare di moda nonostante i continui appelli non solo degli ambientalisti, che mettono in guardia sulle condizioni del nostro territorio.
In molti chiedono pene severe a chi dovesse essere ritenuto colpevole, anche se non sembra essere molto facile il loro riconoscimento. “In occasione di una precedente raccolta - conclude Fenza - mi sono confrontato anche con l’amministrazione comunale che si era immediatamente interessata e resa disponibile per cercare di risolvere la situazione. A tal proposito era stato interessato anche il comando della Polizia Locale Associata Medio Polesine, che opera nel territorio, al fine di installare anche alcune fototrappole per cercare di identificare i colpevoli”.
Una speranza alla quale in molti fanno affidamento per sperare di dare un nome e un volto a chi danneggia in questo modo un bene comune e un territorio che, sicuramente, meriterebbe invece di essere valorizzato.
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