Eder, la ricostruzione del viaggio presenta punti oscuri

Tutti gli indizi raccolti finora sembrano puntare il dito contro di lui. La posizione di Eder Guidarelli, accusato di aver ucciso l’ex amico Marcello Cenci all’alba del 2 luglio, rimane critica.



Ma la ricostruzione del suo viaggio da Pontelagoscuro a Valencia presenta alcuni punti oscuri, che probabilmente saranno sfruttati dalla difesa. A far corrugare la fronte agli inquirenti è un buco di circa 9 ore nell’arco dell’ultima giornata che il ragazzo ha trascorso in libertà, prima di essere arrestato per omicidio volontario.



Il corpo senza vita di Cenci, infatti, è stato trovato alle 4.30 di domenica 2 luglio, mentre Guidarelli ha raggiunto Ventimiglia soltanto alle 23.30, impiegando 19 ore per un tragitto che ne richiede soltanto 10. Che cosa è successo in quelle 9 ore? Difficile rispondere, per il momento. Di sicuro ci sarebbe soltanto il diverso atteggiamento tenuto al telefono con l’avvocato Federica Scagnolari, suo difensore nella causa di stalking.



Erano le 17.42 quando il legale, venuto a conoscenza dell’aggressione a Cenci, telefonò al suo assistito per capire dove fosse. Guidarelli ammise di essere andato a Valencia per incontrare l’ex amico, ma soltanto per parlargli. Il tono era tranquillo, come se la tragedia non fosse mai successa. Alle 20.26, invece, è Guidarelli a chiamare l’avvocato, in lacrime per la morte di Marcello, di cui lo avrebbe avvisato un amico.



Il giovane sostiene di voler andare in gendarmeria e accosta su una piazzola dell’autostrada con le quattro frecce accese, nella zona di Montecarlo. Dall’altro capo del telefono l’avvocato cerca di calmarlo, dicendogli di raggiungere Ventimiglia, dove ad attenderlo c’è già una pattuglia della polizia. L’ultima chiamata all’avvocato risale a poco prima dell’arresto, cioè alle 23.39 quando Guidarelli sembra sbalordito alla notizia dello stangolamento dell’ex amico.



Il servizio sulla Voce del 7 luglio