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SALUTE

Più mangi cibo processato, più invecchi

Secondo gli ultimi dati del Moli-sani Study, aumentando le malattie croniche e si abbassa la qualità di vita.

Più mangi cibo processato, più invecchi

Cresce sempre più il ricorso agli alimenti ultra-processati per la loro praticità e sapore. Negli ultimi anni, il consumo di questi prodotti è aumentato in modo esponenziale, e diverse ricerche hanno collegato tale abitudine all'insorgere di molte malattie non trasmissibili. Uno studio recente basato sui dati del Moli-sani Study ha rilevato una connessione significativa tra il consumo di cibi industriali e un'accelerazione dell'invecchiamento biologico.

Quest'ultimo va oltre il semplice incremento dell'età anagrafica; è influenzato da fattori genetici, ambientali e, come confermato dai nuovi studi, dalle scelte alimentari. Oltre agli evidenti benefici di una dieta salutare, si riconosce sempre più l'importanza delle caratteristiche non nutrizionali degli alimenti, come la loro lavorazione industriale e il relativo impatto tossicologico.

Gli alimenti ultra-processati, ricchi di zuccheri, grassi poco salutari e additivi, ma carenti di micronutrienti, possono contribuire a un deterioramento accelerato delle funzioni biologiche, aumentando il rischio di malattie croniche e abbassando la qualità della vita.

Lo studio italiano ha coinvolto 22.495 persone, esaminando la qualità della loro dieta, il consumo di alimenti ultra-processati e l'indice di invecchiamento biologico (stimato dalla differenza tra età biologica e cronologica). I risultati indicano che l'assunzione di questi alimenti è associata a un incremento dell'età biologica, ovvero a un'accelerazione dell'invecchiamento biologico.

In un ulteriore indagine multicentrica internazionale del luglio 2024, che ha monitorato 63.743 donne (età > 60 anni) per oltre 26 anni, è emerso che un elevato consumo di alimenti ultra-processati è legato a un maggiore rischio di fragilità fisica nell'età avanzata. Parallelamente, un'altra vasta ricerca ha riassunto 122 meta-analisi, concludendo che tali alimenti aumentano il rischio di svariate malattie croniche e disturbi mentali, tra cui diabete, sovrappeso, obesità e depressione, nonché problemi respiratori nei bambini e adolescenti.

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