VOCE
SALUTE
21.05.2025 - 15:00
Tutti pensiamo. Ma quando il pensiero diventa un’ossessione, quando ci troviamo intrappolati in un circolo vizioso di analisi, dubbi, "e se…”, allora smettiamo di pensare con lucidità e iniziamo a sopra-pensare (overthinking). E questo, a lungo andare, ci stanca, ci blocca, ci fa sentire intrappolati nella nostra stessa mente.
Ma la buona notizia è che l’overthinking non è una condanna: si può imparare a gestirlo. Non si tratta di “smettere di pensare”, ma imparare a usare il pensiero con equilibrio. Dare spazio anche al corpo, al cuore, all’intuizione. Perché spesso, per vivere meglio, non serve una risposta in più, ma un pensiero in meno.
Ecco 7 strategie pratiche per iniziare.
Il primo passo è diventare consapevoli di quando stai pensando troppo. Chiediti: "Quello che sto pensando è reale o è solo un’ipotesi?" Spesso l’overthinking nasce da scenari immaginari, da paure proiettate. Mettere in discussione i pensieri è un modo per rimettere i piedi per terra.
Tieni un quaderno o un’app dove scrivere i pensieri che ti tormentano. A volte, metterli nero su bianco li ridimensiona. Ti accorgerai che molte cose su cui ti arrovelli perdono potere quando le leggi con occhi più distaccati.
L’overthinking ama la passività. Interrompi il ciclo facendo qualcosa: una camminata, una telefonata, un’attività manuale. Il corpo in movimento aiuta la mente a uscire dallo stallo.
Gran parte dell’overthinking nasce dal bisogno di controllare tutto. Ma la vita non è mai totalmente prevedibile. Accettare che alcune cose non avranno mai una risposta immediata è liberatorio. Non tutto va capito, risolto, previsto.
Pratiche come la mindfulness, la meditazione o anche solo respirare consapevolmente ti riportano al presente. L’overthinking, infatti, vive nel passato (rimpianti) o nel futuro (ansie). Il presente, invece, è più semplice e spesso più gentile.
Chi pensa troppo spesso si colpevolizza: “perché non riesco a smettere?”, “sono sbagliato”. Ma l’overthinking non si combatte con la durezza, bensì con la comprensione. Trattati come tratteresti un amico in difficoltà: con pazienza.
Se l’overthinking diventa invalidante, compromette il sonno, le relazioni, il lavoro, parlare con uno psicologo può fare la differenza. Non è debolezza, è un gesto di coraggio verso se stessi.
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