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CRONACA

Arriva la droga che uccide, prima vittima

Morto per overdose da una droga più potente del fentanyl

Arriva la droga che uccide, prima vittima

È morto per overdose da nitazeni il 28enne di Brunico (Bolzano) trovato senza vita lo scorso 10 settembre 2024. È la prima vittima accertata in Italia di questo nuovo oppioide sintetico, una sostanza fino a venti volte più potente del fentanyl. Inizialmente, l’assenza di siringhe o sigarette aveva escluso l’ipotesi di un decesso legato alla droga, ma le analisi dei Ris di Roma su alcuni frammenti di stagnola hanno rivelato la presenza dei micidiali nitazeni. Dopo oltre un anno d’indagini, è stato arrestato il presunto pusher, un 29enne altoatesino, accusato di aver ceduto la sostanza e di gestire un traffico di oppioidi sintetici provenienti da diversi Paesi europei. Le indagini hanno portato al sequestro di numerosi plichi spediti da Grecia, Polonia e Regno Unito, acquistati online con criptovalute, contenenti fentanyl e varianti di nitazene. Parallelamente, un altro giovane di Brunico, 27 anni, è stato arrestato per possesso di 500 grammi di hashish forniti dallo stesso indagato.

Il procuratore di Bolzano Axel Bisignano ha definito la sostanza «una bomba, molto più potente del fentanyl», lanciando un allarme che ora preoccupa anche le autorità sanitarie europee.

I nitazeni sono oppioidi sintetici sviluppati negli anni ’50 dalla casa farmaceutica Ciba come antidolorifici, ma mai commercializzati a causa dell’elevatissima potenza e del rischio di overdose. Negli ultimi anni, tuttavia, sono ricomparsi nel mercato illegale, spesso in polvere, pillole o forma liquida, come risposta del narcotraffico ai controlli sempre più severi sulla produzione del fentanyl. Bastano quantità minime per provocare effetti letali, e il dosaggio è difficilissimo da controllare.

La produzione odierna è ricondotta in gran parte alla Cina, ma la diffusione globale dei nitazeni è favorita dal crollo della produzione di oppio in Afghanistan, che spinge i trafficanti a tagliare l’eroina con oppioidi sintetici, spesso senza che i consumatori ne siano consapevoli.

Rilevare i nitazeni è particolarmente complesso: non compaiono nei test tossicologici standard, sia perché utilizzati in dosi minime, sia perché ne vengono costantemente create nuove varianti chimiche. È anche per questo che il caso di Brunico ha richiesto mesi di indagini. Una vicenda che segna, purtroppo, l’ingresso ufficiale di una nuova droga killer in Italia.

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