VOCE
SANITA'
22.10.2025 - 13:52
Nel 2026 il Servizio Sanitario Nazionale potrà contare su 2,4 miliardi di euro aggiuntivi, che porteranno il fondo complessivo a quasi 143 miliardi. Le risorse cresceranno ancora nel 2027 e nel 2028, con incrementi annuali di 2,65 miliardi ciascuno.
Il governo punta a rafforzare il personale sanitario e ad aumentare le retribuzioni di medici e infermieri, concentrando i fondi sull’indennità di specificità. Tuttavia, il piano assunzioni sarà più contenuto rispetto alle stime iniziali: la legge di bilancio prevede l’ingresso di circa 6.300 infermieri e 1.000 medici, per un totale di poco più di 7.000 nuovi operatori, finanziati con 450 milioni di euro dal 2026.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito che gli infermieri restano una priorità e ha indicato l’obiettivo di arrivare a 20.000 assunzioni aggiuntive oltre il normale turnover, a condizione che le Regioni riescano a garantire coperture nei propri bilanci.
Sul fronte economico, la manovra stanzia 280 milioni di euro per rafforzare le indennità di specificità introdotte lo scorso anno. Nel 2026, i medici riceveranno 3.000 euro lordi annui in più, pari a circa 230 euro al mese, mentre per gli infermieri l’aumento sarà di 1.630 euro lordi all’anno, ossia 125 euro al mese.
Dei nuovi fondi, 85 milioni andranno ai medici e 195 milioni agli infermieri. Le Regioni potranno inoltre incrementare la parte variabile degli stipendi del personale dei pronto soccorso, dove la carenza di organico resta una delle criticità maggiori.
La manovra interviene anche sulle tariffe sanitarie, oggetto di contenziosi amministrativi: sono previsti 100 milioni nel 2026 e 183 milioni dal 2027 per aggiornare le tariffe ambulatoriali, mentre i rimborsi ospedalieri (DRG) cresceranno di 1 miliardo nel 2026 e di 1,35 miliardi dal 2027. Per ridurre le liste d’attesa, viene alzato il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni da strutture private accreditate.
Nel settore farmaceutico, aumenta dello 0,25% il tetto di spesa: +0,20% per gli acquisti diretti e +0,05% per quelli convenzionati. Abolita la clausola del payback per la spesa convenzionata, ma Farmindustria chiede interventi più ampi e una revisione strutturale del sistema, proponendo un ulteriore +1% sul tetto di spesa diretta per stimolare investimenti e innovazione in Italia.
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