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SPAZIO

La luna di Saturno che fa sognare

Le nuove analisi dei dati della sonda Cassini

Le nuove analisi dei dati della sonda Cassini

Sotto la crosta ghiacciata di Encelado, una delle lune più affascinanti di Saturno, potrebbe nascondersi un mondo vivo. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Astronomy, che ha individuato diversi composti organici finora mai osservati, offrendo nuovi indizi sulla composizione chimica interna del satellite e sulla possibilità che ospiti condizioni favorevoli alla vita.

“Abbiamo identificato molteplici tipi di molecole organiche contenenti carbonio, con strutture e proprietà chimiche molto varie”, ha spiegato Nozair Khawaja, astrobiologo della Libera Università di Berlino e autore principale della ricerca. Le scoperte arrivano dall’analisi dei dati raccolti dalla sonda Cassini, lanciata nel 1997 e operativa fino al 2017, durante i suoi passaggi ravvicinati tra Saturno e i suoi satelliti.

Le rilevazioni di Cassini provengono da frammenti di ghiaccio espulsi dai geyser del polo Sud di Encelado, getti imponenti che proiettano nello spazio vapore e particelle d’acqua ghiacciata, alimentando persino l’anello E di Saturno. Si ritiene che tali materiali abbiano origine in un oceano sotterraneo salato, riscaldato da reazioni idrotermali al confine con il nucleo roccioso della luna.

Durante un sorvolo del 2008, Cassini riuscì a campionare direttamente questi frammenti appena espulsi. La nuova analisi di quei dati ha rivelato composti organici mai individuati prima, alcuni dei quali considerati precursori degli amminoacidi, le molecole alla base della vita come la conosciamo. Secondo Khawaja, questi composti “potrebbero avere un ruolo biologico, ma è altrettanto possibile che si siano formati in assenza di processi vitali”.

Il materiale raccolto contiene cinque dei sei elementi essenziali per la vita — carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno e zolfo — tutti probabilmente formatisi nel profondo dell’oceano interno o in contatto con le sue superfici rocciose. La loro origine diretta, e non dovuta all’esposizione allo spazio, rafforza l’idea di un ambiente dinamico, dove processi idrotermali generano una chimica organica complessa.

Nonostante l’entusiasmo, Khawaja chiarisce: “Non abbiamo trovato vita su Encelado né prove dirette della sua esistenza. Tuttavia, abbiamo identificato tre condizioni fondamentali per l’abitabilità: acqua liquida, energia e molecole organiche”.

La scoperta consolida il valore dei dati di Cassini e orienta le future missioni spaziali. L’Agenzia Spaziale Europea sta già pianificando un ritorno verso Encelado, considerata da molti scienziati la candidata più promettente del Sistema solare per la ricerca di vita extraterrestre.

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