VOCE
CRONACA
23.10.2025 - 20:00
Nel nuovo testo della Manovra 2026, appena bollinato dalla Ragioneria di Stato, è arrivata una mezza retromarcia sulla misura che prevedeva l’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per i redditi da locazioni brevi. Una modifica che però, secondo gli operatori del settore, non cambia la sostanza.
L’aumento dell’imposta viene infatti eliminato solo per una categoria specifica di abitazioni: quelle affittate senza l’intermediazione di piattaforme o agenzie. Il testo stabilisce che l’aliquota agevolata del 21% sarà mantenuta solo se «non siano stati conclusi contratti tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o che gestiscono portali telematici». In pratica, lo sconto fiscale resta solo per chi affitta in modo diretto, mentre chi utilizza siti come Airbnb o Booking continuerà a subire l’aumento dell’imposta.
Secondo l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab), questa formulazione è un tranello che rischia di penalizzare la quasi totalità dei locatori. «Non cambia nulla – denuncia l’associazione –. Tutti i contratti di locazione breve passano ormai da portali o intermediari. Di fatto, resta una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane, accusate solo di avere una seconda casa da cui ricavano un reddito integrativo».
L’Aigab stima che per un immobile con 25 mila euro di incasso annuo, l’aumento della cedolare comporterà un aggravio di 1.300 euro l’anno, con una pressione fiscale complessiva che salirà dal 46% al 52%. «È una stangata che impoverisce le famiglie e favorisce il nero», aggiunge l’associazione, sottolineando che la misura potrebbe spingere molti proprietari a rinunciare alla locazione regolare.
Sul piano politico, il vicepremier Matteo Salvini ha promesso che la norma «non vedrà la luce». In un’intervista ad Agorà su Rai Tre, il leader della Lega ha ribadito: «O alla base o in Parlamento, verrà cancellata». Sulla stessa linea anche Antonio Tajani, che ha annunciato di voler discutere la questione con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Intanto, mentre la Manovra passa da 137 a 154 articoli, la partita sugli affitti brevi resta aperta. E per ora, tra annunci, correzioni e retromarce, gli operatori del settore denunciano che la sostanza non cambia: l’extra tassa resta, solo con un nome diverso.
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