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CRONACA

Hitler era microdotato

Aveva la sindrome di Kallmann: la scoperta della malattia da uno studio sul Dna

Hitler era microdotato

Un nuovo documentario e un gruppo di ricercatori internazionali sostengono che Adolf Hitler potesse essere affetto dalla sindrome di Kallmann, una rara malattia genetica che provoca sviluppo incompleto degli organi sessuali, infertilità e perdita dell’olfatto. La tesi nasce da un’analisi del DNA che sarebbe stata effettuata su tracce di sangue recuperate dal divano presente nel bunker dove il dittatore si tolse la vita.

Secondo gli studiosi coinvolti nel progetto, presentato nel documentario Hitler’s DNA: Blueprint of a Dictator, la diagnosi genetica potrebbe spiegare alcuni aspetti della vita privata del Führer, compreso il suo forte disagio nei rapporti con le donne. A sostenerlo è anche lo storico Alex Kay dell’Università di Potsdam, che definisce l’ipotesi «una possibile chiave di lettura».

I dubbi degli esperti

Non mancano però perplessità. Il Guardian ha sottolineato che il team non è riuscito a ottenere campioni genetici moderni dai parenti viventi del dittatore, che hanno rifiutato per motivi di privacy.
Anche diversi genetisti mettono in discussione l’affidabilità delle analisi, vista la difficoltà di certificare con assoluta certezza la provenienza e l’integrità del campione di sangue.

Tra loro, la genetista Turi King, parte del team scientifico, che ha aggiunto un elemento simbolico: alcuni marcatori genetici attribuiti a Hitler rientrerebbero proprio tra quelli presi di mira dalle politiche eugenetiche naziste.

Che cos’è la sindrome di Kallmann

La sindrome di Kallmann è un disturbo genetico raro caratterizzato da due elementi principali:

  • ipogonadismo, cioè mancato o incompleto sviluppo dei genitali, spesso associato a infertilità;

  • anosmia o iposmia, ovvero perdita totale o parziale dell’olfatto.

La malattia è legata a vari geni e può essere trasmessa con modalità autosomica dominante, autosomica recessiva o legata al cromosoma X, con manifestazioni più frequenti nei soggetti maschi.

Lo studio, pur sollevando numerosi interrogativi metodologici, riporta l’attenzione sul dibattito scientifico e storico riguardo alle condizioni fisiche e psicologiche del dittatore nazista.

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