VOCE
CRONACA
15.11.2025 - 19:00
Il nuovo Patto europeo su migrazione e asilo entrerà pienamente in vigore da giugno 2026 e introdurrà regole uniformi per tutti i 27 Stati membri. Un pacchetto complesso, che punta a ridurre l’immigrazione irregolare, velocizzare le procedure e rafforzare la cooperazione tra Paesi Ue. Le misure sono tornate al centro del dibattito dopo le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che ha spiegato come il nuovo quadro normativo influenzerà anche il protocollo Italia-Albania.
Tra le principali novità c’è la procedura veloce:
chi arriva da un Paese considerato sicuro o con basse percentuali di riconoscimento dell’asilo vedrà la propria domanda esaminata in tempi brevi, entro tre mesi.
In caso di rifiuto scatterà il rimpatrio immediato, con permanenza obbligatoria in centri dedicati durante l’iter.
Il nuovo sistema introduce un principio di responsabilità e solidarietà:
gli Stati di primo ingresso, come Italia, Spagna, Grecia e Cipro, devono registrare i migranti e gestire le domande;
gli altri Paesi Ue devono garantire ricollocamenti o contributi finanziari.
La Commissione valuterà però il rispetto delle regole. Se un Paese di frontiera non registra correttamente i migranti, gli altri potranno rifiutare l’aiuto.
La gestione dei rimpatri è considerata una componente decisiva. La proposta Ue, ancora in fase di negoziato, prevede:
riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio tra Stati membri;
norme più chiare sul rimpatrio forzato;
incentivi al rimpatrio volontario;
possibilità di creare centri di rimpatrio nei Paesi terzi.
Secondo il governo italiano, il protocollo con l’Albania anticipa parte della logica introdotta dal nuovo Patto. Meloni ha ribadito che il modello potrà funzionare pienamente solo quando entreranno in vigore le nuove norme europee, che uniformano procedure e responsabilità tra Stati.
Un altro nodo è la definizione di Paese terzo sicuro.
La proposta della Commissione introduce una modifica significativa: non sarebbe più necessario dimostrare un legame diretto tra il richiedente asilo e il Paese sicuro. Sarà sufficiente il semplice transito, rendendo più facile negare la protezione.
La Commissione europea conferma che il Patto sarà obbligatorio per tutti i 27 dal 2026.
Le dichiarazioni del premier ungherese Viktor Orbán – che ha annunciato di non voler partecipare alla solidarietà – sono state accolte con fermezza da Bruxelles: il nuovo quadro normativo sarà legalmente vincolante e la Commissione è pronta a usare gli strumenti a disposizione per garantirne il rispetto.
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