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SALUTE A TAVOLA

Cibi ultraprocessati: possibili danni a cuore, cervello e altri organi

Nuovi studi collegano gli AUP a più malattie

Cibi ultraprocessati: possibili danni a cuore, cervello e altri organi

Gli alimenti ultraprocessati (AUP) potrebbero avere effetti dannosi su tutti i principali organi del corpo umano. A rivelarlo è una serie di ricerche pubblicate su The Lancet e riportate dal Guardian, che collegano questi prodotti a un rischio più elevato di obesità, malattie cardiache, diabete di tipo 2, depressione e altre patologie.

Che cosa sono gli alimenti ultraprocessati

Gli AUP includono cibi industriali che contengono aromi, coloranti, emulsionanti e altre sostanze di sintesi. Appartengono a questa categoria:

  • cibi precotti;

  • carne in scatola;

  • patatine confezionate;

  • bibite gassate;

  • snack vari.

Sono prodotti molto appetibili, ricchi di calorie e poveri di nutrienti, spesso pensati per incentivare il consumo ripetuto.

I rischi per la salute

Secondo gli esperti, l’aumento del consumo di questi alimenti deriva da diete povere di nutrienti e ricche di prodotti industriali.

Il professor Carlos Monteiro, dell’Università di San Paolo, afferma:
«Gli alimenti ultraprocessati danneggiano tutti i principali organi e sistemi del corpo umano. Le prove mostrano che non siamo biologicamente adatti a consumarli».

Un’assunzione elevata sarebbe associata allo sviluppo di una o più malattie croniche, fisiche o mentali.

Un fenomeno globale spinto dal marketing

Il consumo di AUP sta rimodellando le abitudini alimentari mondiali, sostituendo cibi freschi e minimamente lavorati.
Monteiro sottolinea che questa espansione è favorita da grandi multinazionali, che investono in strategie commerciali aggressive e lobby politiche volte a ostacolare norme più severe sulla salute pubblica.

Le soluzioni proposte dagli studiosi

Tra le misure suggerite per proteggere i consumatori:

  • obbligo in etichetta degli ingredienti indicatori di ultraprocessazione, al pari di grassi, zuccheri e sale;

  • restrizioni di marketing, soprattutto nelle pubblicità rivolte ai bambini;

  • stop agli AUP in luoghi pubblici come scuole e ospedali;

  • limiti alla vendita nei supermercati.

Il professor Barry Popkin invoca un’azione rapida:
«Serve maggiore trasparenza nelle etichette e interventi forti per tutelare la salute pubblica».

Le ricerche concordano: senza politiche mirate, gli alimenti ultraprocessati continueranno a rappresentare una minaccia crescente per la salute globale.

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