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CRONACA

Riforma della Giustizia, la Cassazione dà il via libera al referendum

Quattro richieste ammesse: ora si va verso il voto confermativo

Riforma della Giustizia, la Cassazione dà il via libera al referendum

La Corte di Cassazione ha autorizzato il referendum confermativo sulla riforma della Giustizia che introduce la separazione delle carriere dei magistrati e istituisce la nuova Corte disciplinare. L’Ufficio centrale per i referendum ha ammesso quattro richieste, depositate da parlamentari di maggioranza e opposizione all’inizio di novembre.

L’ordinanza della Cassazione

Secondo la Suprema Corte, tutte le richieste risultano conformi all’art. 138 della Costituzione e alla legge 352/1970.
Ogni proposta è stata firmata da un numero di parlamentari non inferiore a un quinto dei componenti della rispettiva Camera.

Il quesito ammesso sarà:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” approvato dal Parlamento e pubblicato nella G.U. n. 253 del 30 ottobre 2025?»
Trattandosi di un referendum confermativo, non è previsto il quorum.

Nessun passaggio alla Corte Costituzionale

La Cassazione ha comunicato che l’ordinanza verrà inviata subito al Presidente della Repubblica e alle principali istituzioni.
Non è necessario un giudizio di ammissibilità della Consulta, poiché non si tratta di un referendum abrogativo.

Come funziona la richiesta di referendum

Le domande possono essere presentate entro tre mesi dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, quando il testo è stato approvato con maggioranza assoluta ma non con i due terzi.
La riforma ha avuto l’ok della Camera il 18 settembre (243 voti favorevoli) e quello del Senato il 30 ottobre (112 voti sì).

Le reazioni

Per Enrico Grosso, presidente onorario del Comitato per il No, si apre una fase decisiva:
«Questa legge modifica uno dei punti più delicati della Costituzione. Gli elettori devono essere messi nelle condizioni di capire davvero cosa è in gioco».

Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ipotizza che la consultazione possa tenersi nei primi giorni di marzo.
Sulla riforma aggiunge:
«Protegge il cittadino: un giudice terzo dà sicurezza. Non è una riforma contro la magistratura».

Il ministro Carlo Nordio ribadisce la sua disponibilità al confronto:
«La priorità è incontrare l’Associazione Nazionale Magistrati. Poi non mi sottrarrò ad alcun dibattito».

La fase che si apre ora porterà al voto dei cittadini, chiamati a esprimersi su una delle riforme costituzionali più rilevanti degli ultimi anni.

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