VOCE
CRONACA
25.11.2025 - 18:00
La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio della XIX legislatura, presieduta da Martina Semenzato, ha approvato all’unanimità la Relazione dedicata agli orfani di femminicidio, segnando un cambio di passo nel modo in cui le istituzioni affrontano questo trauma collettivo.
È un risultato trasversale: in Commissione siedono tutti i partiti, e l’unanimità ottenuta – prima con la relazione del 2024 sugli assetti normativi per il contrasto alla violenza di genere, ora con quella sugli orfani – mostra un livello di maturità politica raro sul tema.
La Relazione, frutto di 23 audizioni e di un’indagine approfondita, contiene 15 obiettivi legislativi concreti. Tra le misure più rilevanti:
Istituzione di un registro nazionale o banca dati per conoscere con precisione quanti siano gli orfani di femminicidio, in quali condizioni vivano e quali interventi siano più efficaci.
Accesso semplificato ai fondi economici e sanitari, oggi spesso rallentato da burocrazia e iter complessi.
Collocazione dei minori presso familiari o nuclei conosciuti, per garantire continuità affettiva dopo la perdita della madre.
Supporto psicologico strutturato, considerato essenziale nel lungo periodo.
Diritto alla deindicizzazione per tutelare la privacy dei minori.
Previsione del difensore d’ufficio, modifiche all’art. 90 bis c.p.p. e sospensione dalla successione per il genitore autore del femminicidio.
Formazione specialistica per chi opera a contatto con questi bambini e ragazzi.
Semenzato dedica il lavoro anche ai tanti orfani incontrati personalmente: «Giuseppe, Valentina, Miriam, Eurosia, Pasquale, Andrea e tutti gli altri. Le loro storie hanno guidato il nostro impegno».
La Commissione prosegue l’analisi della vittimizzazione secondaria nei procedimenti civili dopo la Riforma Cartabia, un fenomeno ancora molto diffuso quando le donne denunciano violenza.
Sono quasi conclusi anche gli approfondimenti su:
diritto comparato,
braccialetti elettronici,
violenza economica.
Quest’ultima è considerata una delle priorità del mandato: il 62% delle donne vittime non ha indipendenza economica, un fattore che spesso impedisce loro di denunciare. La Commissione sta quindi lavorando con esperti, economisti e rappresentanti istituzionali per individuare strumenti che favoriscano autonomia e sicurezza finanziaria.
Fra i temi più attuali c’è lo studio delle applicazioni di intelligenza artificiale predittiva, sul modello del sistema spagnolo Viogén, per individuare i casi ad alto rischio prima che sfocino in atti gravi.
In parallelo, la Commissione sta approfondendo la dimensione digitale della violenza contro le donne, dagli abusi online all’odio di genere, con l’obiettivo di proporre strumenti di tutela più efficaci.
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