VOCE
CRONACA
06.12.2025 - 18:00
La cannabis light non tornerà sugli scaffali: l’emendamento di Fratelli d’Italia alla Legge di Bilancio che ne avrebbe riaperto il commercio — ma imponendo una tassa del 40% — sarà ritirato. La norma, firmata dal senatore Matteo Gelmetti, era stata inserita nel pacchetto degli emendamenti “segnalati” e avrebbe rappresentato un passo indietro rispetto alla stretta introdotta dal decreto Sicurezza.
L’idea iniziale dell’emendamento
Il testo puntava a modificare la legge del 2016 sulla canapa, includendo esplicitamente “infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi destinati al fumo o all’inalazione”, con un limite di THC allo 0,5% — più alto dello 0,3% precedente. Una mossa che, nei fatti, avrebbe riportato il settore in un quadro normativo chiaro dopo mesi di incertezza e sequestri.
Vendita autorizzata e ruolo delle Dogane
La gestione del nuovo mercato sarebbe stata affidata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, incaricata di definire procedure, autorizzazioni e requisiti per i punti vendita specializzati già esistenti. Una sorta di liberalizzazione controllata, simile al modello adottato per tabacchi e sigarette elettroniche.
La maxi-tassa al 40%
Il vero nodo era l’imposta di consumo pari al 40% del prezzo finale, un livello destinato a stravolgere un settore già fragile. La proposta — paradossalmente avanzata dal partito che aveva promosso la stretta sulla cannabis light — avrebbe potuto rendere poco sostenibile la vendita al dettaglio, aumentando drasticamente i prezzi.
La retromarcia di Fratelli d’Italia
Travolto dalle critiche e dai dubbi interpretativi, il partito ha precisato che l’intenzione non era riaprire il mercato, bensì ostacolarlo: “L’obiettivo dell’emendamento è contrastare la diffusione dei prodotti a base di cannabis light introducendo una super tassazione. Nessuna volontà di legalizzazione”, ha comunicato l’ufficio stampa del gruppo al Senato. Dopo il “fraintendimento”, è arrivata la decisione di ritirare l’emendamento.
L’ironia dell’opposizione
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha commentato: “Questo è stupefacente, altro che cannabis light. Prima proibiscono, poi reintroducono, poi ri-proibiscono. Siamo alle comiche”. Per l’opposizione, il pasticcio dimostra confusione politica e genera ulteriori difficoltà ai piccoli imprenditori del settore.
La vicenda si chiude così con un nulla di fatto, mentre il comparto della cannabis light resta sospeso tra aperture mancate e continue incertezze normative.
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