VOCE
CRONACA
31.12.2025 - 08:00
Dal benessere all’edilizia, dai servizi domestici alle riparazioni in casa, il lavoro sommerso continua a erodere spazio e valore all’economia legale. In Veneto quasi 49mila imprese artigiane, pari al 47% del totale, subiscono ogni giorno gli effetti di pratiche commerciali scorrette. A fotografare la situazione è il 20° Rapporto Galassia di Confartigianato Imprese, che descrive un fenomeno in forte crescita e sempre più difficile da contrastare.
Secondo il rapporto, il valore complessivo dell’economia sommersa in Italia ha raggiunto 217,5 miliardi di euro, pari al 10,2% del Pil. Di questi, 77,2 miliardi derivano dal lavoro irregolare, che da solo pesa per il 3,6% del Pil. Il dato più allarmante è la velocità con cui il fenomeno cresce: +7,5% in un solo anno, trainato da un incremento dell’11,3% del lavoro nero.
I settori più colpiti sono quelli a maggiore contatto con i cittadini. Nei servizi, che includono benessere, cura della persona e attività creative, il tasso di irregolarità arriva al 13,1%, mentre nelle costruzioni si attesta al 10,3%. In Veneto, il rapporto individua un vero e proprio esercito di imprese sotto pressione: acconciatori ed estetisti (11.416), muratori (8.682), elettricisti (5.762), idraulici (5.261), pittori edili (5.750), riparatori di beni ed elettrodomestici (2.607), manutentori del verde, fotografi, traslocatori e tassisti. Tutti accomunati dalla stessa difficoltà: competere con chi non paga tasse, non rispetta le regole e non garantisce sicurezza.
“Nel nostro settore l’abusivismo è un concorrente invisibile ma sempre presente”, spiega Andrea Pellizzer, presidente del gruppo Fotografi di Confartigianato Imprese Veneto. “Chi lavora in nero può permettersi prezzi stracciati e questo porta a una svalutazione del lavoro creativo e professionale, danneggiando le imprese serie e confondendo i clienti”.
Nel comparto del benessere il problema assume anche un risvolto sanitario. “L’abusivismo non è solo una questione economica, ma anche di salute e sicurezza”, sottolinea Beatrice Daniele, presidente della Federazione Benessere. “Estetica e acconciatura richiedono competenze, formazione continua e il rispetto di protocolli precisi. Chi opera fuori dalle regole mette a rischio i clienti e scredita un intero settore”.
Il quadro complessivo è definito senza mezzi termini da Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. “La concorrenza sleale non è una scorciatoia innocua: è una distorsione sistemica che soffoca chi lavora onestamente. A pagare il prezzo più alto sono le imprese regolari, ma anche i cittadini, esposti a lavori non sicuri, senza garanzie e senza tracciabilità”.
Per Confartigianato servono azioni concrete e coordinate, controlli mirati e strumenti rapidi di segnalazione. Ma c’è anche un appello diretto ai consumatori: “I cittadini scelgono ogni giorno chi far entrare nelle loro case. Quasi 49mila imprese venete rappresentano un patrimonio economico, sociale e professionale che non può essere lasciato solo”. Una battaglia che riguarda tutti, perché dietro un prezzo troppo basso si nasconde spesso un costo molto più alto per l’intera collettività.
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