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CRONACA

Dal parrucchiere al muratore, l’assalto degli abusivi

Quasi 49mila imprese artigiane venete schiacciate dalla concorrenza sleale

Dal parrucchiere al muratore, l’assalto degli abusivi

Dal benessere all’edilizia, dai servizi domestici alle riparazioni in casa, il lavoro sommerso continua a erodere spazio e valore all’economia legale. In Veneto quasi 49mila imprese artigiane, pari al 47% del totale, subiscono ogni giorno gli effetti di pratiche commerciali scorrette. A fotografare la situazione è il 20° Rapporto Galassia di Confartigianato Imprese, che descrive un fenomeno in forte crescita e sempre più difficile da contrastare.

Secondo il rapporto, il valore complessivo dell’economia sommersa in Italia ha raggiunto 217,5 miliardi di euro, pari al 10,2% del Pil. Di questi, 77,2 miliardi derivano dal lavoro irregolare, che da solo pesa per il 3,6% del Pil. Il dato più allarmante è la velocità con cui il fenomeno cresce: +7,5% in un solo anno, trainato da un incremento dell’11,3% del lavoro nero.

I settori più colpiti sono quelli a maggiore contatto con i cittadini. Nei servizi, che includono benessere, cura della persona e attività creative, il tasso di irregolarità arriva al 13,1%, mentre nelle costruzioni si attesta al 10,3%. In Veneto, il rapporto individua un vero e proprio esercito di imprese sotto pressione: acconciatori ed estetisti (11.416), muratori (8.682), elettricisti (5.762), idraulici (5.261), pittori edili (5.750), riparatori di beni ed elettrodomestici (2.607), manutentori del verde, fotografi, traslocatori e tassisti. Tutti accomunati dalla stessa difficoltà: competere con chi non paga tasse, non rispetta le regole e non garantisce sicurezza.

“Nel nostro settore l’abusivismo è un concorrente invisibile ma sempre presente”, spiega Andrea Pellizzer, presidente del gruppo Fotografi di Confartigianato Imprese Veneto. “Chi lavora in nero può permettersi prezzi stracciati e questo porta a una svalutazione del lavoro creativo e professionale, danneggiando le imprese serie e confondendo i clienti”.

Nel comparto del benessere il problema assume anche un risvolto sanitario. “L’abusivismo non è solo una questione economica, ma anche di salute e sicurezza”, sottolinea Beatrice Daniele, presidente della Federazione Benessere. “Estetica e acconciatura richiedono competenze, formazione continua e il rispetto di protocolli precisi. Chi opera fuori dalle regole mette a rischio i clienti e scredita un intero settore”.

Il quadro complessivo è definito senza mezzi termini da Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. “La concorrenza sleale non è una scorciatoia innocua: è una distorsione sistemica che soffoca chi lavora onestamente. A pagare il prezzo più alto sono le imprese regolari, ma anche i cittadini, esposti a lavori non sicuri, senza garanzie e senza tracciabilità”.

Per Confartigianato servono azioni concrete e coordinate, controlli mirati e strumenti rapidi di segnalazione. Ma c’è anche un appello diretto ai consumatori: “I cittadini scelgono ogni giorno chi far entrare nelle loro case. Quasi 49mila imprese venete rappresentano un patrimonio economico, sociale e professionale che non può essere lasciato solo”. Una battaglia che riguarda tutti, perché dietro un prezzo troppo basso si nasconde spesso un costo molto più alto per l’intera collettività.

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