VOCE
ROTARY
12.11.2019 - 13:16
Al Park Hotel Le Magnolie si è svolta una conviviale organizzata dal Rotary Club di Martino Beggio che ha visto protagonista Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto.
La tesi esposta è stata la seguente: l’autarchia non paga. Sorprendendo il sindaco Giovanni Rossi e l’assessore Targa, Beltotto ha dichiarato che “per troppo tempo la gestione dei teatri è stata in mano a gente che non vedeva oltre l’ombra del campanile ma il modello del teatro che sta per conto suo non regge, posto che qualcuno abbia l’intelligenza e la cultura, nessuno può sostenere i costi della gestione e men che meno della programmazione”. Beltotto, infatti, ipotizza gli scenari futuri facendosi alfiere del rinnovamento: “Dobbiamo fare quello che sappiamo fare e cioè del buon teatro, che è l’unica via per riportare il pubblico a vedere gli spettacoli”.
Ma per sostenere i costi è necessario che gli stakeholders del territorio si facciano promotori di una piattaforma che coinvolga quanti più soggetti possibili. Nel Veneto il modello c’è ed è il Teatro Stabile che, avvalendosi del sodalizio con Arteven, l’associazione che distribuisce stagioni teatrali in 80 comuni del Veneto, produce spettacoli in una governance unitaria e sostenibile. E’ l’idea di una public company che offre servizi in cambio di quote di partecipazione. Servono 20-22 milioni di euro per gestire tutto il teatro Veneto. Teatro Stabile ne fattura 8,5, il distributore Arteven 7, mancano 5 milioni di euro, che sono quelli che Beltotto sta cercando. Come? Costituendo una holding del teatro Veneto con un suo ramo immobiliare per la manutenzione degli immobili".
L’altro tema affrontato è quello della promozione, che nel Veneto dovrebbe puntare alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio. Badia? “Il Teatro Balzan deve darsi una sua identità, vocandosi alla lirica o specializzandosi su rappresentazioni che illustrino la città; altrimenti scompare” così Beltotto lancia l’allarme.
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