VOCE
Cavarzere
22.03.2021 - 22:14
L’impianto a biometano di Ca’ Venier è in bilico. E’ questo ciò che emerge dai pareri che gli enti interrogati, ognuno per la propria competenza, hanno fornito in sede di conferenza decisoria regionale, che ha rinviato il parere in attesa di un approfondimento sulla istruttoria. Se ne discuterà domani in Terza commissione consiliare.
Alla conferenza dei servizi, che si è tenuta il mese scorso, l’11 febbraio, in modalità remota, hanno partecipato il sindaco di Cavarzere, Henri Tommasi, il dirigente del settore Urbanistica Federico Pugina, la direzione ambiente della Regione Veneto e l’Arpav.
Sul tavolo i pareri del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 3 Serenissima, della Città Metropolitana di Venezia, del Consorzio di bonifica Adige Euganeo e della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio dell’area metropolitana di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.
La richiesta della ditta proponente, la veronese Cavarzere Green Energy società agricola srl aveva depositato la sua richiesta per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano alimentato a sottoprodotti agricoli lo scorso aprile.
La discussione su questo progetto è arrivata in commissione consiliare a Cavarzere solamente nel novembre scorso, dopo che il tam tam mediatico sollevato dalla politica cominciato nel luglio scorso l’aveva portata agli onori della cronaca. Il Comune di Cavarzere ha presentato un parere contrario, sottoscritto dal sindaco Henrti Tommasi.
I pareri degli enti coinvolti, come detto, sono invece contrastanti. La Città Metropolitana di Venezia spiega come l’utilizzo delle matrici indicate per l’alimentazione dell’impianto siano idonee, che l’intervento sia compatibile con il sistema della rete ecologica provinciale e dà parere favorevole anche relativamente agli accessi viari per l’approvvigionamento. Il Consorzio di bonifica, dal canto suo, rilascia il parere favorevole sotto il solo aspetto idraulico, ponendo però delle condizioni rispetto alla raccolta delle acque nere, la quota dei fabbricati e delle superfici verdi. Il dipartimento di prevenzione della Ulss 3, quindi, rispetto alla relazione presentata dalla ditta proponente “si rileva che una solida dimostrazione di assenza di impatti sul benessere della salute dei residenti nei punti ricettori più prossimi al sito, in qualsiasi condizione ordinaria e straordinaria di esercizio, non sia ricavabile”. Cioè dalle carte che la ditta ha fornito non è chiaro se ci potranno essere o meno impatti sui residenti. Parere favorevole, infine, per la Soprintendenza “subordinatamente al rispetto delle indicazioni relative alla tutela archeologica”.
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