VOCE
ADRIA
03.05.2021 - 20:22
“I diritti civili sono una cosa seria, una cosa troppo seria per essere lasciati in mano ai civici, soprattutto ai civici di casa nostra”: Giorgia Furlanetto si sveglia dal “letargo” di qualche settimana, trattenuta anche da impegni professionali, e sembra voler scaldare i motori in vista del consiglio comunale di giovedì prossimo.
Perché così infuriata?
“Ho trovato a dir poco patetica l’iniziativa dei consiglieri comunali civici delle liste Ibc e SiamoAdria e Adria civica che si sono fatti fotografare mostrando il palmo della mano con la scritta ‘Ddl Zan’, ovviamente per sollecitare l’approvazione di tale legge, sull’onda di una campagna di sensibilizzazione nazionale”.
Che cosa non va?
“Non entro nel merito della questione. Su questa legge avrei tante cose da dire, la penso molto diversamente dai contenuti di tale provvedimento. Tuttavia rispetto chi la pensa diversamente da me e sono sempre pronta al confronto. In questa sede il problema è un altro”.
Quale?
“Il problema è che bisogna essere credibili, soprattutto quando si porta avanti una battaglia per i diritti civili, diritti che saranno di tutti. Questi civici non sono per niente credibili. Dirò di più: se fossi il promotore della campagna nazionale, intimerei i civici adriesi ad astenersi da questa battaglia”.
Addirittura?
“Non possiamo dimenticare quello che è successo nel consiglio comunale in videoconferenza del 23 dicembre scorso. E’ agli atti del consiglio la frase ‘ie' proprio tutti recciun!’ al minuto 1:35.46. Il sindaco Omar Barbierato e il consigliere comunale Simone Visentini si sono fortemente indignati perché erano convinti che quelle parole fossero state pronunciate da qualcuno dell’opposizione. E chiedevano insistentemente che il ‘ colpevole’ venisse allo scoperto. Per poi linciarlo mediaticamente”.
A distanza di quattro mesi, è saltato fuori il colpevole?
“Eh no. L’unica cosa accertata è che quelle parole non sono state pronunciate da un consigliere di minoranza. Ergo… E così la notte ha portato ‘consiglio’ ai civici e l’indignazione si è smontata: i fortemente indignati Barbierato e Visentini, già dal giorno dopo, non erano più indignati e così non più interessati a conoscere il responsabile di quelle parole omofobe. E adesso si presentano con la scritta ‘Ddl Zan’. Ma siate seri!”.
C’è stato anche il precedente della vicesindaca Wilma Moda con parole inopportune in una pausa del consiglio comunale che poi ha cercato maldestramente di negare.
“Lasciamo perdere, almeno avesse avuto il buon senso di scusarsi, sarebbe finito lì. Invece si è aggrappata al Padreterno e cose del genere. Ma c’è dell’altro…”
Sentiamo…
“Sul terrazzo del municipio c’è lo striscione ‘Verità per Regeni’, in piazza Bocchi c’è la ‘Panchina gialla per Regeni’. Il tutto nel segno del rispetto dei diritti umani, calpestati dalle istituzioni che dovrebbero garantirli. Ma proprio loro sono le istituzioni che calpestano i diritti dei consiglieri di minoranza, baluardo di quella democrazia e libertà che poi predicano nei loro discorsi, compresi quelli che abbiamo appena sentito il 25 aprile. Se non si è credibili le parole sono vuote e scadono nell’ipocrisia”.
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