Taglio di Po
13/11/2015 - 12:30
di Anna Volpe
Dal primo gennaio prossimo i ponti in barche sul Po di Gnocca e sul Po di Goro potrebbero essere chiusi. La prospettiva è reale: i Comuni che gestiscono le due strutture di Santa Giulia e di Gorino, che collegano rispettivamente i territori di Taglio di Po con Porto Tolle e di Ariano Polesine con Goro, non hanno più i fondi necessari a garantire, come hanno fatto finora, il servizio di manutenzione e di vigilanza ventiquattro ore su ventiquattro.
Per salvarli i Comuni interessati le avevano tentate tutte. Purtroppo non è bastato. Davanti alla prospettiva di chiusura il sindaco di Taglio di Po, Francesco Siviero, in accordo con gli altri primi cittadini, ha indirizzato una lettera ai governatori del Veneto, Luca Zaia, dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ai rappresentanti delle province di Rovigo e Ferrara, Marco Trombini e Tiziano Tagliani, al commissario del Parco veneto, Mauro Viti, al presidente di quello emiliano, Massimo Medri, e ai parlamentari Diego Crivellari, Emanuela Munerato e Teresa Bertuzzi. Le parole di Siviero suonano come una vera e propria richiesta di aiuto.
“Circa duemila persone, infatti, gravitano su queste strutture - spiega Siviero - dipendendo da esse per la vita quotidiana, e se per un qualsiasi motivo non fosse più possibile mantenerle in efficienza, per superare distanze lineari di pochi chilometri questi cittadini sarebbero costretti a percorrere decine, se non centinaia di chilometri ogni giorno, per recarsi sul luogo di lavoro, per andare dal medico, all’ufficio postale o semplicemente per il carburante”.
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