I giudici si "riservano" sul sindaco

E’ stato discusso nelle aule del Tribunale di Rovigo, il procedimento a carico del sindaco di Rosolina, Franco Vitale, relativo alla sua presunta “incompatibilità” a ricoprire la carica di primo cittadino: udienza che si è svolta davanti al Collegio dei giudici civili, che ora si sono riservati di decidere. Tutto è partito da una segnalazione al Prefetto da parte di tre consiglieri di minoranza: Pako Massaro, Chiara Paganin e Nicolò Crivellari. Questione che era stata portata anche all’attenzione del consiglio comunale. Per la minoranza, infatti, il fratello del sindaco, Raffaele Vitale, nel ruolo di presidente del Cda della società Sep – Società elettrotecnica polesana, sarebbe coinvolto nell’appalto relativo ai dei lavori pubblici per il completamento, l’ampliamento e la gestione del complesso cimiteriale, per 25 anni. Raffaele Vitale non è l’unico appaltatore, e non sono stati mai ipotizzati altri reati o favoritismi.

Ma, stando sempre alla segnalazione della minoranza, nel luglio del 2006 il Comune ha affidato a un’associazione temporanea di imprese, formata da Impresa Funebre Ferrari Marco, Sep – Società elettrotecnica Polesana, e ingegner Marco Ferro, la concessione.La Ati si è poi trasformata, in società di progetto, con nuovi partecipanti, ma con la maggioranza relativa detenuta da Sep, al 49%, che vede tra i vertici il fratello del sindaco.

La segnalazione, infatti, fa riferimento al secondo comma dell’articolo 61 del Testo unico sugli enti locali, che spiega come “non possono ricoprire la carica di sindaco o di presidente della Provincia coloro che hanno ascendenti o discendenti, ovvero parenti o affini fino al secondo grado che coprano nelle rispettive amministrazioni il posto di appaltatore di lavori o di servizi comunali o provinciali o in qualunque modo loro fidejussore”.