Cerca

SCARDOVARI

Pescatori in rivolta contro il loro Consorzio: “Vogliamo il nostro specchio d’acqua”

Chiedono un incontro urgente anche al presidente della Regione

Pescatori in rivolta contro il loro Consorzio: “Vogliamo il nostro specchio d’acqua”

Ritornano ad agitarsi le acque della Sacca degli Scardovari. Un gruppo di pescatori, tra i quali la consigliere comunale di maggioranza Giorgia Marchesini, ha chiesto a Regione Veneto, Provincia di Rovigo e al prefetto Maddalena De Luca di potersi staccare dagli obblighi con il Consorzio pescatori del Polesine, fondando allo stesso tempo una nuova cooperativa alla quale venga assegnato il suo specchio d’acqua all’interno delle concessioni per la raccolta dei mitili.

Insieme alla Marchesini anche Luciano Marchesini, Matteo Passadore e Alessandro Corradin che hanno spedito una “proposta di revisione della convenzione tra la Provincia di Rovigo e il Consorzio dei pescatori del Polesine per la costituzione di una nuova cooperativa di soci per diversa gestione dell’attività di pesca”.

I quattro si sono fatti portavoce “di una richiesta mossa da alcuni operatori ittici dotati i regolare permesso di pesca provinciale, facenti parte di diverse cooperative interne al Consorzio pescatori del Polesine” e “richiedono l’intervento urgente del consiglio provinciale e regionale affinché vengano apportate delle modifiche ad alcuni punti dell’attuale convenzione tra Provincia e Consorzio dei Pescatori”.

“Tale richiesta - proseguono i quattro nella lettera spedita - è motivata dalla fallimentare gestione da parte del suddetto Consorzio dalla quale derivano scarso reddito, stress lavorativo, nonché il deterioramento di parte del fondale adibito alla pesca”.

“Il proposito degli scriventi - spiegano - è quello di costituire, con effetto immediato, una nuova cooperativa considerato che fino ad ora si è contribuito al versamento di quote per l’acquisto della semina il cui costo è infatti stato trattenuto dal prezzo al chilo al conferimento della quota giornaliera. Ciò ha prodotto risultati scarsissimi”.

“Le modalità di versamento configurano noi e tutti gli operatori come imprenditori ittici a tutti gli effetti - sottolineano - nonostante si sia sottoposti all’amministrazione consortile di 14 presidenti. Noi e i soci delle cooperative che rappresentiamo siamo dunque disposti a pagare una somma annuale stabilita dagli enti a cui si rivolgono per diventare gestori di uno specchio d’acqua produttivo, proporzionato al numero dei soci aderenti, lasciando il resto dell’area alla gestione del Consorzio”.

“Si progetta quindi un investimento immediato per l’acquisto di novellame, con area dedicata al suo svezzamento e crescita, oltre all’area necessaria alla sua maturazione completa - precisano i quattro - questo tipo di organizzazione, che aderirebbe alle vigenti normative igienico-sanitarie e a quelle relative alla tipologia di attrezzi consentiti per lo svolgimento dell’attività, crediamo possa portare un incremento del reddito e del lavoro di ciascun operatore”.

“Siamo infine a chiedere la concessione di permessi per la raccolta di novellame nelle bocche alle foci del Po e l’attribuzione dell’area occupata dal nostro capanno o passerella, attualmente di proprietà del Consorzio” concludono, chiedendo ufficialmente un incontro ai presidenti Luca Zaia e Ivan Dall’Ara, oltre che al prefetto Maddalena De Luca.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400