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PORTO TOLLE

"Addio Franco, persona speciale. E cortese"

Il commosso saluto di Gianni Vidali, narratore del Delta

"Addio Franco, persona speciale. E cortese"

"Franco non c’è più, soltanto poche ore fa ci ha lasciato, se n'è andato in silenzio in punta di piedi, com’era solito fare. Era molto discreto e educato, non l’ho mai sentito una sola volta parlare a voce alta. Comunicava sottovoce, quasi come non volesse disturbare". Comincia così il racconto che Gianni Vidali, scrittore e narratore dal Bassopolesine, fa di Franco Cavecchia, di Polesine Camerini, morto nella mattinata di venerdì 4 febbraio.

"Ci conosciamo da oltre quarant’anni - prosegue - lui era di origine Ferrarese, era nato sotto l’argine del Po, in un paese dalla bassa. Alla fine degli anni Settanta si era trasferito a Polesine Camerini, aveva conosciuto Carla e si sposarono. Amava discutere di politica, e con me faceva delle lunghe discussioni, parlavamo di tutto. Franco è stato anche dirigente della sua sezione politica, assieme a Epifanio, un’altra figura amata e stimata, a Polesine Camerini".

"Aveva lavorato alla costruzione della Centrale Enel, era stato anche vigilante in una locale cooperativa di pesca. Quando avevo la barca attraccata al 'Canarin'. mi diceva di stare tranquillo, che ci avrebbe dato lui una guardata. Spesso mi telefonava, dicendomi che con la bora che aveva tirato, ci aveva pensato lui a rinsaldare gli ormeggi. In questi ultimi anni eravamo in contatto sui social e mi diceva che era molto deluso della politica di oggi, che non è attenta ai bisogni della gente. Quando m’incontrava, diceva sempre che aveva letto i miei libri e che gli erano piaciuti molto. Un giorno mi disse che dovevo scriverne uno per raccontare la storia socio-politica di quest’ultimo mezzo secolo, di Porto Tolle".

"Martedì scorso mi fece notare, che in un post avevo schiacciato due volte la 'emme' di emigrati, e che andava con una sola. Mi disse, con un messaggio in privato, di correggerla, perché qualcuno poteva criticare, perché io scrivo libri. Era molto discreto, disponibile generoso con tutti. Quella notte che mi si affondò la barca, il mattino seguente venne ad aiutarmi a tirarla su, e fu il primo a telefonarmi per dirmi, che con la mareggiata era calata a picco. Quando veniva a trovare il figlio con Carla, che abita a duecento metri da casa mia e mi vedeva, per la mia solita camminata, mi veniva incontro per discutere, e chiedermi cosa ne pensavo di questa intricata situazione politica".

"Franco era una persona buona e molto sensibile, non contraddiceva mai nessuno, per evitare di ledere le sensibilità degli altri. Nei suoi post sui social, terminava sempre la frase con un punto interrogativo, per lasciare agli altri il compito di capire cosa intendeva dire. Temeva di essere frainteso, e non amava le disquisizioni. Come tutti i Ferraresi, aveva anche una personalità molto orgogliosa, puntigliosa, ma sempre fedele ai suoi principi e alle sue convinzioni. Sentimenti che si è portato via con sé. A Carla e ai due figli vanno le mie più sentite condoglianze. Ciao Franco".

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