Popolare di Vicenza, milioni di lire <br/> alle suore di clausura di Porto Viro

Un fiume di soldi dalla Banca Popolare di Vicenza sgorgavano costantemente verso il convento delle Clarisse di Porto Viro, al ritmo di dieci milioni (di lire) al mese.



A rivelarlo è Stefano Rigon, ex vicepresidente della Banca Popolare di Vicenza che, intervistato da Report, il noto programma di approfondimento giornalistico in onda in prima serata su Rai Tre, ha puntato il dito contro l'ex numero uno dell’istituto di credito Gianni Zonin.



Lo stesso Rigon nel 2001 aveva scritto a Bankitalia, segnalando un abuso del fondo di beneficenza della banca da parte del presidente. Secondo Rigon, Zonin elargiva somme di denaro a parrocchie in Toscana, dove aveva possedimenti, e al convento delle suore di clausura di Porto Viro, appunto.



La donazione al convento “ogni mese tornava - le sue esatte parole davanti alle telecamere - Porto Viro, 10 milioni; Porto Viro, 10 milioni”. Di lire, perché siamo prima del gennaio 2002, quando entrò in vigore la moneta unica. “Allora - rivela Rigon - ho chiesto di cosa si trattasse, e mi è stato detto: ‘Eh, c’è la sorella’”. La sorella di Zonin, suora di clausura proprio nel convento bassopolesano. Suora Carla.



Da Vicenza, insomma, un fiume di denaro ha preso la via di Porto Viro, diretto al convento delle Clarisse: dieci milioni di lire al mese, 120 milioni l'anno, un miliardo tondo ogni otto anni e mezzo, ammesso che il flusso della beneficenza sia durato così tanto.



Le telecamere di Report sono andate al convento di Porto Viro dove, ovviamente, sono state respinte. Ma la suora che ha risposto all'inviato ha dimostrato in qualche modo di sapere di cosa il giornalista stesse parlando: “Mi sto occupando anche delle donazioni della Banca Popolare di Vicenza”.



Il servizio completo in edicola nella Voce di martedì 12 aprile