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Muore dopo le dimissioni, si indaga per omicidio colposo

Porto Viro

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La Procura ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sulla morte di Carletto Ortolan, 67enne di Taglio di Po, deceduto il 30 dicembre. Era stato trasportato all'ospedale di porto Viro due giorni prima ma subito dimesso.
Muore due giorni dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso. Sul decesso di Carletto Ortolan, 67enne di Taglio di Po, la Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Al momento non ci sono indagati ma il pm Fabrizio Suriano ha messo sotto sequestro le cartelle cliniche dell’anziano e ha chiesto il referto dell’autopsia interna.



Saranno le indagini, quindi a chiarire se il noto commerciante di auto è deceduto per un caso di malasanità oppure se si è trattato di una tragico destino. A spingere la Procura ad aprire un fascicolo è stato l’esposto presentato il 2 gennaio dai familiari di Ortolan, decisi ad andare fino in fondo alla vicenda. In base alla ricostruzione dei familiari, il 28 dicembre l’uomo si era svegliato con la nausea e con forti dolori addominali, che non si erano placati nemmeno assumendo dei farmaci. Così la moglie e la figlia avevano chiamato il 118, che era intervenuto trasportando il paziente al pronto soccorso della casa di cura di Porto Viro.



Qui era stato visitato e poi dimesso con la prescrizione di una terapia antibiotica, nonostante i familiari insistessero per ricoverarlo. Il giorno dopo, le condizioni di Ortolan non erano migliorate: il 67enne non solo non si reggeva in piedi ma si era arrossato in buona parte del corpo.



E il cambio di terapia suggerito dalla guardia medica non gli aveva dato nessun sollievo. Così la mattina del 30 dicembre Ortolan era tornato al pronto soccorso di Porto Viro, dove era stato ricoverato d’urgenza in terapia intensiva, viste le gravi condizioni. Ma la malattia ha avuto la meglio e il 67enne si è spento la sera stessa. Una tragedia su cui i familiari attendono una spiegazione, confidando nell’indagine della Procura.




Dal canto suo la struttura sanitaria sottolinea la massima collaborazione offerta finora: “Sin dall’inizio ci siamo messi a disposizione della magistratura per fornire tutti gli elementi utili alla ricostruzione della vicenda”.

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