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Castelnovo Bariano

San Pietro Polesine, Museo civico archeologico in festa

In occasione del quarantennale, al campo sportivo, ci sarà un convegno di studi

San Pietro Polesine, Museo civico archeologico in festa

L'amministrazione comunale, in collaborazione con il Museo civico archeologico e la Sovrintendenza per l'archeologia, le belle arti e il paesaggio per le province di Rovigo, Verona e Vicenza, in occasione del quarantennale dello stesso museo, organizza a San Pietro Polesine, nella struttura del campo sportivo, un convegno di studi, sabato 1° ottobre a partire dalle 9.30 (1982-2022, quarant'anni e non sentirli). Il sindaco Massimo Biancardi sottolinea: "L’importanza del 40° museale, che onora tutti noi e la comunità scientifica. Un appuntamento da non perdere quello del prossimo 1° ottobre, a celebrare un polo culturale che tutti c'invidiano. A breve sarà formalizzato il programma della giornata di studi con relatori illustri" .

Giuseppe Zenezini, curatore del museo sampietrese, ci fa una breve cronistoria museale. "Negli anni '70 il compianto maestro William Moretti guidò un gruppo di giovani, iscritti al Cpssae, alla prima campagna di scavi ai Canar di San Pietro Polesine. Dati risultati arrivarono i permessi istituzionali. Si scoprì - ricorda - un villaggio palafitticolo del 2000 a.C., il più antico in Polesine:utensili, manufatti, stoviglie, armi etc. Andando avanti nelle prospezioni vennero alla luce reperti del bronzo medio e finale, oltre che testimonianze pre-romane. Il materiale fu catalogato e conservato provvisoriamente in un'aula delle elementari, quella del maestro Moretti". Intanto fu coinvolta l'Università di Padova e la Regione Veneto fece arrivare i primi finanziamenti.

Il gruppo archeologico crebbe di numero e, sempre sotto la guida di Moretti, fu iniziata una nuova campagna archeologica in riva sinistra del Tartaro fossile, ai confini legnaghesi di Torretta, che portò alla luce la testa di un ponte romano. Al contrario fu riesumato il basamento di una torre doganale confinaria veneziana del '400, che controllava i finitimi territori gonzaghesco-estensi (è rimasto nei secoli il toponimo Torretta Veneta o di Legnago) .

"Vennero recuperati - aggiunge il curatore museale - circa 5.400 frammenti di ceramiche quattrocentesche ferraresi (piatti, scodelle, brocche, tazze, ciotole) e tale fu l'eco che la competente Sovrintendenza pubblicò un catalogo di rilievo nazionale" . Attorno al 1980, in un quadriennio Giuseppe Zenezini, insieme al fratello Agide e a Pietro Prandini, diede vita ad un team di restauratori, che recuperò e restaurò l'intero materiale di Torretta. Gli archeologi si erano trasformati in restauratori, 300 circa furono i pezzi ricostruiti con perizia rara. Nel 1982 fu così creato in un'aula delle elementari castelnovesi (quella di Moretti) il primo nucleo pro tempore del museo, avendo come giacenza i reperti dei Canar e di Torretta. Nel 1999 nella frazione di San Pietro Polesine l'amministrazione comunale recuperò il piano terra delle ex elementari con una grossa spesa e diede vita al museo civico archeologico attuale, una sede spaziosa, prestigiosa. Finalmente i reperti preistorici, preromani, romani e rinascimentali ebbero una struttura adeguata ai tempi che, sino ad oggi è stata meta di turismo culturale, didattico, ecologico, avendo ospitato mostre e incontri di studi.

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