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Taglio di Po

Il Centro sollievo torna operativo

Buona la partecipazione in sala consiliare per la presentazione del libro di Giorgio Soffiantini

Il Centro sollievo torna operativo

Dal 13 ottobre riapre il Centro sollievo di Taglio di Po. Riprendiamo da dove avevamo lasciato perché è fondamentale stare accanto alle famiglie Alzheimer”, comunicano da Officine Sociali aps. Buona la partecipazione in sala consigliare per la presentazione dell’ultimo libro di Giorgio Soffiantini dedicato al ruolo dei caregiver, coloro che si prendono cura, dei malati di demenza. Giovedì 29 settembre l’aps Officine Sociali, in collaborazione con l’amministrazione comunale e nell’ambito della rassegna “Incontro con l’autore” ha annunciato che dal prossimo 13 ottobre tornerà operativo, ogni giovedì mattina, anche il Centro Sollievo di Taglio di Po.

Un’apertura che va ad aggiungersi a quella degli altri Centri che sono già attivi nei Comuni di Ariano nel Polesine, Rosolina e Porto Tolle. A fare gli onori di casa è stata la prima cittadina Layla Marangoni che si è complimentata con Officine sociali per l’impegno profuso a sostegno delle cosiddette famiglie Alzheimer. “Quando viene diagnosticata questa malattia si ammala tutta la famiglia. Per chi ha l’Alzheimer inizia la decadenza e spesso non si rende conto, ma un famigliare si interroga sempre sul proprio operato – ha detto il sindaco Marangoni - Il grazie va alla presidente Marinella Mantovani che con Officine Sociali e i suoi volontari e professionisti si impegnano per accompagnare le famiglie in questo percorso di cui si conosce fin troppo bene l’esito finale”.

Per l’Associazione, la presidente Mantovani ha commentato: “Leggendo il libro di Soffiantini ho trovato un parallelismo con quanto facciamo nei centri sollievo da 5 anni, grazie al sostegno dell’Ulss 5 e della Regione. Cerchiamo appunto di contribuire sostenendo sia gli ammalati nelle prime fasi della malattia che i famigliari che si trovano catapultati in una nuova realtà, spesso difficile da accettare. È importante parlarne per rompere quello stigma silenzioso che spesso fa vergognare ed impedisce di avvicinarsi a centri come il nostro nel quale cerchiamo di accompagnare gli ammalati e le loro famiglie attraverso attività e incontri”.

Giorgio Soffiantini ha quindi presentato “Alzheimer essere caregiver. Storia d’amore, sconforto e resilienza” dove ha raccontato i suoi complessi anni di assistenza alla moglie Chiara, malata appunto di Alzheimer, che dopo una prima fase di accudimento a casa ha trascorso gli ultimi 11 anni ricoverata in una Rsa. Soffiantini non ha mai mancato un giorno di visita all’amata moglie e parallelamente ha dato vita a numerose iniziative benefiche, culturali e sociali da un lato per tenersi impegnato, dall’altro per aiutare le famiglie che si trovavano nella sua situazione. Se nel primo libro dedicato alla moglie “Alois Alzheimer e Chiara, la nonna che non c’è” aveva raccontato le difficoltà incontrate nell’approccio a questa malattia che aveva cancellato la compagna di una vita per come la conosceva, in questo ultimo lavoro Soffiantini narra il suo percorso di sopravvivenza per non cedere allo sconforto di una patologia dall’esito certo per il quale non esiste ancora una cura nonostante sia stata diagnosticata per la prima volta nel 1906. “Alla diagnosi di questa malattia bisognerebbe prescrivere un corso di formazione per i famigliari perché possano comprendere quanto sia fondamentale non chiudersi in sé stessi e trovare degli spazi in cui riprendere fiato. Perché se da un lato non esiste ancora una cura terapeutica, dall’altro da almeno 20 anni si sa come poterla gestire” ha spiegato Soffiantini.

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