Gli anni di piombo in Polesine

Il terrorismo degli anni ‘70 in Polesine. La presentazione del libro “Atti di piombo. Eversione e terrorismo a Rovigo 1969-1982”, alla biblioteca comunale di Corbola, è stata l’occasione per ripercorrere la storia degli Anni di piombo in Italia e a Rovigo. Giovedì scorso è stato il primo appuntamento del ciclo di incontri con l’autore “Corbola legge e racconta” organizzato dalla biblioteca comunale in collaborazione con l’amministrazione comunale. A presentare il libro, edito da Apogeo, e giunto alla seconda ristampa, l’autore Alberto Garbellini che ha risposto alle sollecitazioni poste dall’assessore comunale Sarah Crepaldi.

Davanti al pubblico della biblioteca, in sala anche il sindaco Michele Domeneghetti - sono stati così ripercorsi i principali avvenimenti dell’eversione in Polesine negli anni ‘70. Nel presentare i vari capitoli del libro è stato dato ampio spazio, tra gli altri, al congresso di Potere Operaio di Rosolina del 1973. Garbellini ha spiegato che quell’episodio è stato cruciale nella storia dell’eversione nazionale perché ha segnato la fine di Potere operaio e la conseguente nascita dell’Autonomia operaia organizzata e del successivo passaggio alla lotta armata e alla violenza diffusa di tanti giovani.

Il libro Atti di piombo delinea anche la genesi dell’estremismo di destra in provincia di Rovigo, formatosi all’inizio degli anni ‘70 e in seguito coinvolto in parecchi fatti di cronaca, note a livello nazionale, dalla strage di Brescia alla strage di Bologna. “Spesso - ha spiegato l’autore - si pensa che il Polesine sia stato solo marginalmente colpito dalla violenza degli Anni di piombo, in realtà ci sono fatti e personaggi di quell’epoca che meritano di essere conosciuti nel dettaglio e che hanno avuto un ruolo nella grande strategia del terrore politico”.

Diversi i passaggi tratteggiati dal botta e risposta fra Garbellini e Crepaldi, dall’assalto al carcere di Rovigo del 1982, “una clamorosa azione militare, commessa in pieno centro storico, pianificata nei minimi dettagli e messa in pratica da cellule di Prima Linea col sostegno delle armi delle Brigate rosse”. E poi la vicenda dei fratelli Sivieri di Castelmassa, entrati a far parte della colonna milanese delle Br, poi arrestati durante il famoso blitz di via Monte Nevoso, e terminata col tragico epilogo del suicidio del fratello Paolo. E ancora il ruolo della destra estrema veneta nella strategia della tensione, e nelle stragi neofasciste. “Rovigo e il suo territorio - è stato precisato - hanno subito l’influenza delle tensioni politiche e delle spinte eversive che provenivano da Padova e poi da altre città vicine. Alla fine degli anni ‘70 in Polesine sono state commesse oltre 40 azioni criminali di violenza politica, attentati piccoli e grandi, dallo scoppio di ordigni davanti a sedi istituzionali e di partito, al lancio di molotov, dalle zuffe tra “rossi” e “neri”, ad attentati contro abitazioni di poliziotti e rappresentanti delle istituzioni”.

Alla fine diverse domande dal pubblico sul ruolo del pentitismo, sulle fonti utilizzate da Garbellini per la ricerca storica, sulle figure femminili all’interno delle associazioni terroristiche e su altri episodi e passaggi storici descritti nel libro.

Il ciclo di incontri con l’autore della biblioteca di Corbola proseguirà il 24 novembre con Mario Bellettato, che presenterà l’opera “Due perle”. Il 15 dicembre Francesco Casoni presenterà “Le mille verità”.