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LA CONVIVIALE

L’energia del futuro al Rotary

Ospite Flavio Auriemma, professore di Fisica a Unipd e ricercatore all’Rfx di Padova.

L’energia del futuro al Rotary

Il professor Flavio Auriemma e il presidente Leonardo Rubinato

La fusione nucleare è il processo che mantiene accese le stelle e che le fa brillare: grazie all’energia sprigionata, sostiene la vita sulla Terra. Imparando dalla natura, ricercatori di tutto il mondo stanno studiando come riprodurre tale processo in laboratorio in modo controllato. Come avviene il processo di fusione nucleare in laboratorio? Quali sono le difficoltà da superare? Quali le soluzioni adottate? Quali le prospettive?

A queste domande ha risposto Fulvio Auriemma, professore di Fisica generale all’Università di Padova e ricercatore al Consorzio Rfx di Padova. Il fisico collabora anche con diversi istituti di ricerca internazionali come il laboratorio Pppl di Princeton (Usa) per l’uso e lo sviluppo di Transp, un codice numerico per lo studio del trasporto nei plasmi in condizione reattoriali; partecipa, inoltre, agli studi preliminari su Dtt, il nuovo esperimento italiano con sede a Frascati che inizierà nel 2025.

Prestigioso relatore al Rotary club di Adria nell’appuntamento conviviale, Auriemma ha portato soci e ospiti del club a scoprire una delle grandi sfide che l’umanità sta affrontando: la produzione di energia in modo sicuro, pulito e sostenibile. “Il modo di produrre energia attraverso le attuali centrali con processo di fissione nucleare presenta notevoli problemi di smaltimento delle scorie che restano attive anche per cinquecentomila anni - ha affermato il professore - quello che si sta sperimentando, invece, è un sistema non di fissione, ma di fusione nucleare che comporta l’utilizzo di pochi atomi leggeri. Questi, messi insieme, producono un composto intrinsecamente sicuro che non genera anidride carbonica e presenta una sostanziale assenza di radioattività; in questo modo sarebbe possibile produrre energia per venti milioni di anni”.

Il relatore ha fornito, quindi, un’accurata spiegazione del processo di fusione nucleare e ha illustrato alcuni punti della missione della strategia europea per arrivare ad avere energia elettrica in rete nella seconda metà del XXI secolo. “Il 21 dicembre 2021 - ha continuato Auriemma - si è registrato il record del mondo di produzione di energia da fusione (60MJ), ma nuovi esperimenti molto promettenti, e ai quali ho partecipato, sono stati fatti nell’ottobre del 2023, anche se i risultati sono ancora in fase di verifica. Il progetto di passaggio tra gli attuali esperimenti di fusione e la futura centrale di potenza a fusione (Demo) prende il nome di Iter e vede coinvolti sette partner: Europa, Cina, India, Sud Korea, Giappone, Usa, Russia. In questa grande sperimentazione c’è anche il contributo italiano del consorzio Rfx di Padova. Si tratta di una grande comunità scientifica che coinvolge mille ricercatori, fortemente interconnessa e integrata nei programmi europei, e di cui fanno parte anche le nostre eccellenze industriali”.

Il professore ha concluso con un riferimento al panorama energetico mondiale che richiede inevitabilmente l’utilizzo e la scoperta di nuove fonti di energia. “La fusione nucleare - ha concluso - si pone come nuova e futura fonte energetica di primaria importanza grazie alle sue caratteristiche di sicurezza, ridotto impatto ambientale e alla disponibilità dei reagenti. La ricerca europea è leader mondiale nell’ambito della fusione ospitando il progetto Iter, e l’Italia, con il consorzio Rfx, Unipd, Enea, Cnr, Inf, le università, i centri di ricerca e le realtà industriali, è uno degli attori principali di questa importante sfida”.

Il professor Auriemma grazie alla sua competenza e chiarezza è riuscito a coinvolgere i presenti in un tema tanto complesso quanto fondamentale per le nostre vite; con estrema disponibilità ha risposto anche alle domande poste dai soci soddisfatti e incuriositi da questo affascinante viaggio in un futuro di possibili soluzioni.

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