VOCE
taglio di po
12.03.2025 - 18:00
Il Comune di Taglio di Po ha recentemente approvato una deroga alle restrizioni sull’abbruciamento delle stoppie di riso, al fine di proteggere le coltivazioni agricole da fitopatie e malattie che minacciano la stagione risicola.
Una decisione che arriva dopo una richiesta urgente da parte delle associazioni agricole, Confagricoltura e Coldiretti, e che si inserisce in un quadro normativo teso tra la tutela dell’ambiente e le necessità dell’agricoltura locale. Questa deroga è stata possibile grazie a un parere favorevole da parte della Regione Veneto, che ha considerato ammissibile l’abbruciamento delle stoppie di riso nel territorio della zona Igp Riso del Delta del Po, almeno fino all’adozione di un aggiornamento del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (Prtra).
Fino a quella data, il Comune ha deciso di consentire questa pratica con delle limitazioni precise. L’abbruciamento, come stabilito dall’ordinanza, potrà avvenire nel limite di tre metri steri al giorno per ettaro, equivalente a circa 0,38 ha di paglia di riso, per un totale massimo consentito. La norma stabilisce inoltre che gli agricoltori dovranno segnalare ogni operazione di abbruciamento alle autorità competenti come la Polizia Locale, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri Forestali al fine di garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza e il monitoraggio delle emissioni nell’aria. Il provvedimento è valido fino all’adozione di un nuovo Piano di tutela dell’atmosfera e resta subordinato a specifiche condizioni ambientali. In particolare, la deroga sarà consentita solo se non vi sono allerta arancio o rosso per il Pm10, il livello di inquinamento atmosferico, come indicato dai bollettini di Arpav.
Il Sindaco ha sottolineato che la pratica dell’abbruciamento dovrà avvenire nel pieno rispetto delle normative ecologiche e con la garanzia che non comporti rischi per la salute pubblica. Il provvedimento include anche la possibilità di sanzioni per chi non rispetta le disposizioni: chi violerà le norme previste rischia una multa che va da 25 a 500 euro.
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