VOCE
Adria
25.08.2025 - 17:36
L’antica osteria “Pivaro” di Bottrighe ha deciso di chiudere i battenti dopo 128 anni
Sono arrivati a quota 128 gli anni di storia dell’antica osteria “Pivaro” di Bottrighe, che ha deciso di chiudere i battenti. Gli ultimi gestori, Mariagrazia e Galliano, hanno scelto di interrompere l’attività, complice l’età che avanza.
Il locale, in via Vittorio Veneto, nel quartiere “Cào d’sota”, nacque nel 1897 ed è sempre stato un punto di riferimento per la comunità. A gestirlo, senza interruzioni, è stata la stessa famiglia: i Pivaro, un record che si tramanda da generazioni.
Nei primi tre anni, alla fine dell’Ottocento, l’osteria di proprietà di Filomena Pavanello, moglie del barcaiolo Carlo Pivaro, si trovava in un edificio a un isolato di distanza dall’attuale. Con la scomparsa di Carlo e con il denaro ricavato dall’assicurazione delle sue tre barche, venne acquistata la casa di otto stanze che ancora oggi ospita l’attività.
All’inizio, come tipica osteria, si vendevano anche coloniali, sali e tabacchi, e il locale era conosciuto con il nome di “La stradina”. Nel 1923 subentrò Teresa, figlia nubile dei coniugi Pivaro e cuoca apprezzata, che rese celebre il locale come trattoria. Alla sua morte, nel 1946, la gestione passò al fratello Costante, sposato con Vittorina Schibuola. Quest’ultima ne assunse la titolarità nel 1967, dopo la scomparsa del marito. Vittorina si spense nel 1988, ma già dal 1984 l’attività era passata alla figlia Mariagrazia, che fino a oggi, insieme al fratello Galliano, ne ha portato avanti la gestione.
Nella storia familiare e paesana rimane impresso anche il 1951, anno dell’alluvione del Po: l’acqua raggiunse i 50 centimetri dentro l’osteria, mentre nella vicina via Dante arrivava fino a 2,70 metri. I coniugi Pivaro rimasero sempre sul posto, mentre i figli Galliano, Filomena e Mariagrazia furono costretti per un periodo a trasferirsi a Crociarone.
Conosciuta oggi come osteria “da Costante”, per molti anziani resta “da Filomena”, e qualcuno la ricorda ancora come “da Teresa”. Per l’addio si è svolta una festa insieme a tanti clienti affezionati e concittadini, tra brindisi, specialità culinarie e la musica del nipote Giacomo in consolle come dj. Non è mancata la presenza del sindaco Massimo Barbujani, accompagnato dal delegato Fabrizio Romani, che hanno consegnato a Mariagrazia e Galliano una pergamena incorniciata come segno di riconoscenza per la lunga e preziosa attività svolta in paese.
Tanti i momenti di allegria, ma altrettanti quelli di commozione. Luci spente per sempre? Forse no: “Adesso ci prendiamo delle ferie” hanno spiegato i gestori, lasciando aperta l’idea di una futura riapertura. Un progetto potrebbe essere quello di tornare a proporre i piatti tipici di un tempo. Chissà che un giorno non ci pensi Paola, figlia di Mariagrazia, che insieme al marito Franco è oggi cuoca diplomata all’istituto alberghiero.
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