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L’INTERVISTA

Lendinara: Il campanile di Santa Sofia, patrimonio e bene comune della città

Lendinara: Il campanile di Santa Sofia, patrimonio e bene comune della città

Lendinara, 30 settembre – Nel giorno della solennità liturgica di Santa Sofia, la Città celebra anche uno dei suoi simboli più imponenti e conosciuti in tutto il Veneto, il campanile del Duomo. Progettato dall'architetto Francesco Antonio Baccari, la costruzione della torre campanaria iniziò il 27 marzo 1797, (otto anni dopo la Rivoluzione francese), proprio mentre le truppe francesi invadevano il Polesine, segnando la fine dell’epoca della Serenissima. Sorto su un terreno acquitrinoso, la torre richiese sessant’anni di lavori e successivamente interventi di riqualificazione. Fondamentale fu la partecipazione della comunità: centinaia di persone contribuirono con offerte e sostegno, dimostrando coesione e determinazione. Prima l’arciprete don Domenico Scipioni e poi don Gaetano Baccari guidarono la comunità verso l’obiettivo comune: la costruzione del campanile del Duomo di Santa Sofia. Come piace da sempre dire ai Lendinaresi, il campanile sarebbe un metro più alto di quello di Venezia. La torre campanaria fu ultimata nel 1857 con la collocazione dell’angelo in legno di cirmolo, inaugurato il 16 novembre. Quasi un secolo dopo, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1973, un fulmine incendiò l’opera lignea, facendola precipitare al suolo in un volo di oltre 90 metri. La cittadinanza si mobilitò con una sottoscrizione e fu così commissionato un nuovo angelo. Nel 1977 la comunità assistette al posizionamento della statua, prima con i tentativi degli elicotteri americani e infine grazie a una grande gru. Furono momenti collettivi, rimasti indelebili nella memoria di chi li ha vissuti. Impossibile dimenticare la determinazione nel desiderio di ridare l'angelo alla Città da parte del parroco Don Ennio Giusberti e del Sindaco Ramis Tenan che resero possibile il tutto.Tra i testimoni di quei momenti c’era Stefano Borile, e fu proprio da quei ricordi che nacque in lui la decisione di intraprendere una vera e propria ricerca storica.

Cosa la spinse a trasformare un ricordo personale in una ricerca storica sul campanile?

Borile: «Crescendo, la maestosità del campanile e la sua storia mi avevano sempre affascinato. Così, nel 1994, mentre frequentavo l’università di ingegneria, colsi l’occasione di sostenere il comitato per la sua ristrutturazione, cimentandomi nella realizzazione di un video-documentario. Dopo tre anni di lavoro, riuscii a ricostruire tutti i passaggi significativi dell’opera e produssi un filmato di 104 minuti, che venne proiettato al Teatro Mignon alla presenza della cittadinanza, del vescovo e del prefetto. Il video, donato alla chiesa, fu distribuito in 5.000 copie e contribuì concretamente alla raccolta fondi per la ristrutturazione della torre campanaria».

Cosa rappresenta oggi il campanile di Santa Sofia per Lendinara?

Borile: È un simbolo di identità e resilienza. Santa Sofia subì il martirio per essersi rifiutata di adorare gli idoli pagani, un esempio di tenacia e determinazione. La sua costruzione, tra difficoltà tecniche, ostacoli finanziari ed eventi storici, ha mostrato la capacità di una comunità di unirsi per portare a termine un’opera comune. È incredibile pensare che i circa 100 metri di struttura poggino su pali di legno piantati nel fango: una sfida alla natura che resiste dal 1797. Questo ci insegna che, con determinazione, si possono superare anche gli ostacoli più grandi.

In che modo questo legame con il campanile si riflette nel suo impegno personale e politico?

Borile: «Il campanile è per me una metafora concreta: affrontare gli urti, superare le difficoltà, restare fedele ai valori e guardare lontano. I principi che porto avanti nella mia città come cittadino, consigliere comunale e candidato alle elezioni regionali – famiglia, sport e impegno civico – si riflettono in questa torre capace di superare gli ostacoli. E come il campanile continua a sfidare il tempo e gli eventi, così il mio impegno civico sostiene con determinazione la crescita della città e del mio  Polesine».

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