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L’INTERVISTA

Stefano Borile: “Quel Bosco all’ex zuccherificio è un patrimonio da tutelare ”

Stefano Borile: “Quel Bosco all’ex zuccherificio è un patrimonio da tutelare ”

Lendinara. Un’area di grande valore storico e ambientale, è il bosco cresciuto spontaneamente negli ultimi 40 anni all’interno dell’ex zuccherificio, oggi al centro di un acceso dibattito politico e civile. Ne parliamo con Stefano Borile, consigliere comunale e candidato alle prossime elezioni regionali.

Consigliere Borile, partiamo dall’inizio: perché l’area dell’ex Zuccherificio è così importante per Lendinara?

«Parliamo di un luogo che ha segnato la storia della città. Lo zuccherificio fu inaugurato nel 1900, il primo del Polesine, e ha dato lavoro a intere generazioni di lendinaresi. Quando chiuse nel 1983, rimase un’area di forte valore identitario, affettivo e paesaggistico. In questi quarant’anni la natura ha fatto il suo corso: oggi, su circa 20 ettari, è nato spontaneamente un bosco di circa 8 ettari, un vero e proprio polmone verde nel cuore del nostro territorio. Un’area boscata definita dalla legge regionale 52/1978 e integrata con la DGR 167/2019 e DGR 1549/2024»

Di chi è ora l’area dell’ex zuccherificio?

«L’area dell’ex zuccherificio, circa 20 ettari, è stata acquistata da un privato per circa 1,5 milioni di euro nel luglio 2022. In quel momento, però, il Comune non aveva ancora inserito il vincolo boschivo nelle carte, nonostante la Regione Veneto avesse comunicato ufficialmente – già nel novembre 2019, tramite PEC – la necessità di farlo. È incredibile pensare che, nelle cinque varianti urbanistiche portate in consiglio comunale, nessuno della maggioranza si sia preoccupato di aggiornare gli atti e tutelare l’area. Durante la seduta pubblica del 17 dicembre 2024, quando la nuova variante urbanistica è stata portata in consiglio comunale senza che nelle schede comparisse ancora il vincolo boschivo, io e l'intera minoranza abbiamo deciso di lasciare l’aula per protesta. È stato un gesto forte ma necessario per denunciare una grave mancanza amministrativa. Solo nel consiglio comunale del luglio 2025 il vincolo è stato finalmente inserito.»

Avete chiesto alla maggioranza di approfondire la questione?

Borile « Abbiamo chiesto alla maggioranza di convocare una commissione consiliare per trattare la questione, incontrare la proprietà, (un’azienda chimica di Vicenza),per fare proposte costruttive, ma la richiesta è stata sempre respinta fino ad oggi.»

In questi mesi sono emersi anche nuovi dati ambientali sull’area. Di cosa si tratta?

Borile «Sì, grazie a un incontro pubblico organizzato dalle associazioni ambientaliste è stato dimostrato che nell’ex zuccherificio non solo esiste un vincolo boschivo, ma anche un’area di alto valore naturalistico. Lì è presente una fauna protetta, con specie di uccelli tutelate da norme europee. In particolare, è stata censita una garzaia, cioè una colonia di aironi che nidificano in boschi umidi. Secondo l’Atlante delle Garzaie del Triveneto, curato da Birding Veneto e Lipu, sono state registrate tre coppie di Airone cenerino, nove coppie di Airone guardabuoi e quattro di Garzetta, quest’ultima specie protetta dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea. Questo dimostra che siamo di fronte a un vero e proprio “bosco urbano” di grande biodiversità.»

Quali sono le sue proposte per il futuro dell’area?

Borile «La prima proposta è semplice: incontrare la proprietà e chiedere di mantenere il bosco, senza abbattere nulla, valorizzandolo come area verde fruibile dai cittadini, magari con un piccolo contributo d’ingresso per la manutenzione. La seconda proposta, più istituzionale, riguarda un possibile accordo con il Comune: se il privato dovesse costruire capannoni o altri manufatti, potrebbe essere previsto un patto in cui rinuncia a pagare gli oneri urbanistici in cambio della cessione del bosco al Comune, che lo gestirebbe come patrimonio collettivo con la collaborazione delle associazioni ambientaliste. In questo modo, il privato non subirebbe danni economici e la città conserverebbe un’area preziosa per la biodiversità e per la qualità della vita.»

In chiusura, un appello?

Borile «Sì: serve coraggio politico. Questa non è una battaglia ideologica, ma una questione di buon senso e di tutela del bene comune. L’area boschiva all’interno dell’ex Zuccherificio deve essere tutelata con atti pubblici varati dalla politica e valorizzata con la partecipazione e sensibilità delle associazioni ambientaliste.»

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Commenti all'articolo

  • frank1

    22 Ottobre 2025 - 14:37

    Certe dichiarazioni hanno dell’assurdo..se non del ridicolo:un privato spende 1,5milioni,per investire in nuove realta’,anche in risorse umane,e che si sente dire?? salva la biodiversita’!! si salvino anche i topi.grandi come gatti..che girano indisturbati per il boschetto…..il “boschetto” è lasciato nellì’incuria da oltre 20anni…e qualche frangia politica si accorge solo ora dell’esisteza….e vorr

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