Isi Coppola, la fine di un'epoca <br/> fuori dalla giunta dopo 14 anni

Si chiude un’epoca lunga 14 anni. Quella che ha visto Isi Coppola tenere alta la bandiera del Polesine nella stanza dei bottoni di palazzo Balbi. Da ieri, per la prima volta dal 2001 ad oggi, lei, la “donna forte” del centrodestra di casa nostra, è fuori dalla giunta regionale. Ci era entrata, da esterna, proprio 14 anni fa, all’inizio del secondo mandato Galan, chiamata da Rosolina, dove era assessore. A Venezia, le sono stati consegnati subiti i cordoni della borsa, la delega al bilancio che ha tenuto fino al 2010. Nove anni. Poi, con l’arrivo di Luca Zaia, il trasloco allo sviluppo economico, che ha guidato per altri cinque anni.

Isi Coppola, che effetto le fa non essere riconfermata in giunta?
“Veramente, non pensavo neanche di poterci entrare. Non mi sono mai fatta aspettative di questo tipo. Certo, molti miei sostenitori magari in questo periodo ci hanno sperato, ma io ho sempre smorzato ogni entusiasmo”.

Vuole dirci che non l’ha presa male, che l’ha vissuta come una cosa normale?

“Non ho mai preso male nulla fin dal primo giorno. La vita sa dare anche altre soddisfazioni, migliori di quelle della politica”.



D’accordo, ma ora che farà?


“Per prima cosa mi disintossico. Il mondo è cambiato, la politica è cambiata, spero in meglio. Resterò soltanto a guardare: non sono tra quelli che pensano di dover avere un incarico a tutti i costi, per chissà quale logica”.



A Rovigo, però, manca un assessore, e deve essere una donna. Entrerebbe nella giunta del sindaco Bergamin?



(scoppia a ridere, fragorosamente). “Ma assolutamente. Non esiste nessuna ipotesi di questo tipo, è una cosa mai sentita, nemmeno nei più reconditi pensieri. Una corbelleria”.




Tornando alla regione, il Polesine ora sarà rappresentato da Cristiano Corazzari. Vuole dirgli qualcosa?

“Gli faccio i miei migliori auguri. Le sfide sono tante, e credo che il Polesine abbia tutte le carte in regola per vincerle”.