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Via Volta, marciapiedi colabrodo <br/> viale Gramsci, condominio "difficile"

Rovigo

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Due zone di degrado in città: via Volta, con i marciapiedi coperti dalle erbacce e viale Gramsci, in una palazzina al civico 62.
ROVIGO - Il degrado è una questione d’amore. Se la città non amasse sé stessa non si indignerebbe certo di fronte all’incuria e all’abbandono. Ecco da dove vengono le due segnalazioni che, ieri, sono arrivate alla redazione della Voce. Direttamente dalla pancia dei cittadini, stanchi di vedere “casa propria” in rovina.

La prima: siamo in via Alessandro Volta. Camminare sul marciapiede non solo è difficile, ma rappresenta un vero pericolo. “Purtroppo sono mesi che dobbiamo convivere con tale degrado e la situazione sta velocemente peggiorando, nonostante le nostre segnalazioni al Comune di Rovigo. Deve scapparci un infortunio, prima che si intervenga?” si chiede Gionata.

La seconda protesta: siamo in via Gramsci 62, scrive Martina e la sua è una lettera aperta al sindaco Massimo Bergamin. Il condominio dove vive è un ibrido di proprietà privata e pubblica. Ci sono quattro famiglie più alcuni appartamenti di proprietà comunale.

“Prima il Comune ha usato gli appartamenti sfitti adibendoli, ad insaputa di tutti, ad accogliere un folto e variegato gruppo multietnico (Rom, magrebini e clochard italiani) permettendo a questo di soggiornare senza alcun controllo. Dopo molteplici incidenti di natura violenta e criminale (spaccio e prostituzione) seguiti da numerosi interventi della polizia e plurime ed ovvie lamentele da parte degli abitanti della via e dello stesso palazzo, finalmente il Comune ha allontanato il ‘problema’ negando tuttavia di essere l’artefice di tutto ciò” scrive l’inquilina parlando di diversi anni fa.

Nei primi anni del 2000 il Comune ha reso ufficiale il suo intervento “ristrutturando ex novo gli appartamenti sfitti per poi”, scrive la giovane residente “per poi, senza comunicarlo nuovamente ai proprietari, introdurre la cooperativa Casa Mimma il cui ruolo era ed è quello di accogliere profughi ed extracomunitari”. Un equilibrio di rispettosa convivenza, informa, è stato trovato, ma ciò di cui oggi si lamentano le famiglie proprietarie degli altri appartamenti è di essere “considerati condomini di serie Z poiché lasciati in balìa di un palazzo che cade a pezzi”.
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