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Pakistani: un letto c'è, se pagato<br/> l'assessore bussa alla prefettura

Il caso

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Una soluzione per i 24 pakistani in città sembra esserci. Alla sede di Arcisolidarietà. Ma a patto che la prefettura paghi, visto che il caso non rientra nell'emergenza "Triton".
ROVIGO - Sono pronti ad aiutarli i “profughi di un Dio minore”, quei 24 pakistani che sono giunti a Rovigo non per la “via del mare”, ma per quella che passa dai Balcani. Ma - sostanzialmente - a patto che la prefettura paghi.

Ieri pomeriggio all’incontro avvenuto ai Servizi sociali tra l’assessore Beatrice Di Meo e le associazioni che operano sul territorio a supporto dell’emergenza, è emerso che nella struttura di Arcisolidarietà, giusto per fare un esempio, letti e un tetto ci sarebbero per i pakistani. Ma non rientrando nel “pacchetto” Triton, finanziato da Ministero dell’Interno con i contributi dell’Unione europea, avrebbero un costo non coperto dalla prefettura. E nessun altro si vuol far carico della patata bollente.

Oggi l’assessore Di Meo, che ha il pregio di portarla almeno tra le mani la patata che scotta, senza essere ancora riuscita a piazzarla, busserà ancora alle porte della prefettura per invocare il principio di “non discriminazione” tra profughi che provengono dal mare e profughi che arrivano via terra.
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