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Censer, la questione si fa delicata <br/> Trombini: "Soluzione difficile"

Il caso

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Rischio fallimento per il Censer. Palazzo Nodari diserta il summit tra tecnici e il presidente della Provincia Marco Trombini sul problema ammette: "Soluzione difficile".
ROVIGO - Censer appeso a un filo. “Salviamolo, ma prima dobbiamo sapere chi ha ‘contribuito’ a ridurlo così”. Massimo Bergamin non fa sconti, insiste sulla “legalità” ad ogni costo e chiede approfondimenti e pause di riflessione. Ma intanto i giorni passano, e il rischio è che mentre i medici pensano il malato muoia. Il malato è il Censer; l’ente è alla canna del gas, i conti fanno tremare le vene ai polsi e l’unica boccata d’ossigeno, la vendita del cubo per 3,5 milioni di euro al fondo Investire Sgr, collegato alla Fondazione Cariparo, è bloccato dal sindaco.

Un veto - ha assicurato Bergamin - “tecnico”, e legato alle necessità di valutare il contratto d’affitto proposto al Cur. Per questo, oggi il segretario generale della Provincia (secondo azionista del Censer con il 33,38% delle quote e primo azionista del Cur con il 40%) e il suo omologo della Camera di Commercio (che controlla una piccola quota del Censer più il 20% del Cur) si incontreranno per vagliare il documento. Fino a ieri, però, il segretario comunale di Rovigo non aveva ancora manifestato la propria disponibilità a partecipare al summit.

Insomma, c’è maretta. Tanto che il presidente della provincia Marco Trombini non nasconde il suo pessimismo. “Se si arriverà ad una soluzione? Onestamente non credo. E sono molto preoccupato per il possibile fallimento delle società. Se si va avanti così il Censer salterà sicuramente, e anche il Cur potrebbe avere problemi”.
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