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La giungla dei rifiuti polesani <br/> Bergamin-sindaci, lo scontro continua

Il caso

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Non si placa il braccio di ferro tra Bergamin e i sindaci polesani in merito alla guerra dei rifiuti e di Ecoambiente.
ROVIGO - La questione del sistema dei rifiuti continua ad essere una giungla polesana, una sorta di guerriglia fra una parte dei sindaci e il comune di Rovigo. Un muro contro muro che non accenna a mostrare una breccia. Un vero Vietnam con trappole e insidie ad ogni passo. Dove trovare la rotta è esercizio di orientamento.

La costituzione del Consiglio di bacino appare sempre più complicata dopo la diserzione di massa di molti primi cittadini polesani all’assemblea convocata da Massimo Bergamin.

Che ieri è tornato a tuonare contro l’ampliamento della discarica di Villadose, dicendo chiaramente che “comune ed Ecoambiente non hanno alcuna intenzione di pagare per i lavori già realizzati a Taglietto. Il Consorzio Rsu continua a chiedere di coprire la spesa di 700mila euro, ma la cosa non è possibile”. E ancora: “Io non voglio in Polesine 35mila tonnellate di rifiuti all’anno. Rifiuti che non si sa da dove arriveranno, né cosa conterranno”.

E scandisce: “Nessuno può imporre nulla al sindaco di Rovigo in tema di denaro pubblico e di salute pubblica”.

Ma al di là del nodo discarica è la formazione dell’ente di bacino che sta ingarbugliando i rapporti fra capoluogo e altri comuni. Il braccio di ferro ingaggiato è destinato a durare anche nei prossimi mesi.
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