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Il racconto di Chiara Targa <br/> "In quel bar potevo esserci io"

La strage di Parigi

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Il racconto di Chiara Targa, ragazza lendinarese ora a Parigi, scampata alla strage di venerdì sera nella capitale francese.
ROVIGO - Riflessione e dolore. Il Polesine è ancora sgomento per la strage di Parigi, uno choc al quale si unisce il dolore per la morte della cittadina italiana e veneziana trucidata nel teatro dell’orrore di Parigi. Mentre continuano ad arrivare le testimonianze di chi quel tragico venerdì sera era nella capitale francese.

Chiara Targa, originaria di Lendinara, da quattro anni vive a Parigi. E per la seconda volta in pochi mesi ha dovuto convivere con il terrore della follia fondamentalista. “A gennaio - dice - c’era stato l’eccidio nella redazione di Charlie Hebdo, fu un momento drammatico per tutta la Francia. Ma quello di venerdì sera è stato anche peggio. Io amo Parigi, ormai è la mia città, ma ora devo fare i conti con paure e necessità di tenere alta la guardia che prima non avevo”.

Chiara racconta che in mezzo a quei ragazzi uccisi dai terroristi avrebbe potuto esserci anche lei: “Tante volte ho frequentato uno dei bar dove hanno sparato, non riesco nemmeno a dire per quale casualità, o miracolo, venerdì sera io e i mei amici abbiamo deciso di rimanere in casa. Se fossimo usciti, come abbiamo fatto tante altre volte, forse saremmo andati in quel bar, mettendo in grave pericolo la nostra vita. Ed anche al teatro Bataclan sono andata più volte per assistere a concerti”. Venerdì sera invece Chiara, che a Parigi lavora nel marketing digitale, ha cenato a casa di amici “abbiamo assistito alla notte di follia in diretta tv. Tutti sgomenti e terrorizzati. Decidendo di non uscire e di rimanere lì per tutta la notte, era tropo pericoloso mettersi in strada. Il giorno dopo Parigi sembrava una città fantasma, negozi, chiusi, e così pure i musei, i teatri, tutti i luoghi di ritrovo. Poca gente per strada e tanta paura. Ieri invece la gente ha cominciato ad uscire e a riprendere a vivere. Certo ora dobbiamo fare i conti con questi rischi, ma abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine”.
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