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Il Polesine farà la fine di Prato? <br/> il punto sull'imprenditoria cinese

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Presentato ieri in Camera di commercio il libro di Antonio Selvatici "Sistema Prato", sull'imprenditoria illegale cinese.
ROVIGO - Il dragone cinese allunga i suoi artigli sul Polesine. E’ stato presentato ieri nella sede rodigina della Camera di commercio il libro “Sistema Prato”, di Antonio Selvatici, che analizza le modalità con cui l’imprenditoria illegale cinese si è inserita nel celebre distretto toscano della moda e della pelletteria. Un fenomeno che ora può investire anche la provincia di Rovigo.

“In Polesine ci sono le condizioni giuste per l’insediamento di questo tipo di attività - dichiara Selvatici - e ultimamente si è vista una forte crescita dell’imprenditoria cinese nel rodigino. Il rischio è che si riproduca anche qui la condizione già presente a Prato: un’enclave di imprese cinesi difficilmente indagabili, che operano nell’illegalità e mettono in crisi le altre aziende”.

Ma come contrastare questo fenomeno? “Occorre che ci siano controlli stringenti da parte delle autorità preposte - dichiara l’assessore regionale Cristiano Corazzari, che ieri ha introdotto la presentazione del libro - noi come Regione abbiamo sempre valorizzato e incentivato le aziende che hanno un legame forte con il territorio, ben radicate in un contesto sociale”.

Con 817 aziende condotte da cinesi, Rovigo è al quinto posto in Veneto dietro Padova (2.131), Venezia (1.558), Treviso (1.157) e Verona (1.024). Ma tra Adige e Po si trova la maggiore incidenza, ben il 31,3%, dei cinesi sul totale degli stranieri. A livello nazionale Rovigo si posiziona al 17esimo posto nel ranking provinciale per numero assoluto.
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