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Cinema Corso, una trasformazione <br/> resa necessaria dal tempo

E' stato demolito e ricostruito per ospitare altre attività. L'architetto Rossi: "All'Apollo farei lo stesso"
C’era una volta il cinema Corso. Continua il viaggio della Voce alla riscoperta delle sale vecchie cinematografiche della città: quei luoghi che, come il “Nuovo cinema paradiso” del celebre film di Tornatore, dopo aver regalato per anni sogni ed emozioni a grandi e piccini, ora sono caduti in disuso. E mentre degli altri vecchi cinema qualcosa è rimasto a testimoniare il loro glorioso passato, nel luogo dove sorgeva il Corso, vicino alla Pescheria Nuova, oggi non c’è più nulla che possa far sospettare che lì un tempo si trovasse una sala cinematografica.

Nel 2002 infatti, l’edificio, chiuso un anno prima, è stato completamente abbattuto, e al suo posto oggi si trovano la copisteria Eliocopy e qualche appartamento.

La facciata con il finestrone, il piccolo atrio, la sala, ora vivono solo nei ricordi della gente e in qualche foto dell’epoca. “L’atrio era molto stretto, arrivava circa fino a qui - ricorda Giancarlo Guarnieri dell’Eliocopy indicando la prima fila di scaffali del suo negozio - da un lato c’era la biglietteria, dall’altro le scale per raggiungere la galleria. Poi l’ingresso per la sala, che veniva usata spesso anche per manifestazioni, congressi politici e premiazioni”.

“Sarebbe utilissimo avere di nuovo un cinema in centro città - continua Guarnieri - Porterebbe gente a Rovigo, finalmente per le strade ci sarebbe un po’ di movimento nei fine settimana. Gioverebbe a tutti, sia ai cittadini che ai commercianti. Sei anni fa con alcuni negozianti avevamo provato a prendere contatti per portare il cinema al teatro Duomo, ma poi non si è più fatto nulla. Ci voleva un grosso investimento, anche perché proprio in quel periodo i proiettori a pellicola stavano venendo tutti sostituiti da quelli digitali. Credo che oggi come oggi solo qualcuno che sia del settore potrebbe tentare di portare il cinema in centro a Rovigo”.


Cosa rimane oggi del cinema Corso? Solo i ricordi di chi lì ha vissuto le mille emozioni trasmesse dalle pellicole proiettate sul grande schermo. Sono passati ormai ben quindici anni da quando il proiettore è stato spento per l’ultima volta. L’ultimo evento in assoluto ospitato dal cinema è stata una conferenza con Pier Ferdinando Casini, proprio nel periodo in cui il leader centrista bolognese è diventato presidente della Camera dei deputati.

L’anno successivo, il 2002, ha visto l’avvio del cantiere che, in tempo record, ha portato alla trasformazione e alla riqualificazione di quello stabile, affacciato sulla via principale della città. A ricordare, con una punta di orgoglio, come andarono i lavori, è Stefano Rossi, l’architetto che curò il progetto. “Il vecchio fabbricato - racconta - è stato demolito completamente e ne è stato costruito uno nuovo sulla stessa perimetrazione e con il medesimo volume”. Del vecchio cinema Corso, dunque, “non è rimasto proprio nulla”. Non si poteva fare altrimenti - spiega infatti il professionista rodigino - dato che quella struttura “era pericolante”.

“Prima del cinema - continua - quando dove oggi c’è il Corso del Popolo scorreva ancora l’Adigetto, lì sorgeva un edificio nello stesso stile della Pescheria. Poi è stato abbattuto completamente per fare spazio alla sala cinematografica. Si è trattata di una vera e propria deturpazione, la nuova struttura non aveva niente a che fare con la zona circostante”.

Così, progettando l’attuale edificio, Rossi ha cercato di trovare un rimedio: “Ho svolto una indagine sui rapporti forometrici nell’edificio vicino e ho riportato gli stessi allineamenti verticali e orizzontali. Un aspetto importante poi è la delicata illuminazione prospettica, ottenuta grazie alle nicchie che sovrastano le finestre”.


Quello che si affacciava sul Corso del Popolo non è l’unico cinema di Rovigo ad aver chiuso i battenti dopo anni di onorata carriera. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’Odeon, e differenza di quanto accaduto al cinema Corso o all’Apollo, la struttura in via Manzoni non è stata abbattuta o destinata ad altri usi. La facciata con l’insegna al neon, le varie sale Notturno, Rubino, Metal e Soft sono ancora lì. Le uniche modifiche che ha subito sono quelle dovute al tempo e ai vandali che hanno imbrattato la facciata con i murales.

Cosa si potrebbe fare per riqualificare questo edificio che ora degrada l’intera zona? Lo abbiamo chiesto all’architetto Stefano Rossi, autore dell’intervento al cinema Corso. “All’Odeon riproporrei ancora una sala cinematografica, anche perché non tutti i ragazzi possono raggiungere il Cinergia. Bisognerebbe modernizzare le sale ed eventualmente realizzare un ristornate a tetto, magari con un giardino pensile, per qualificare in maniera alternata la tipologia commerciale. E poi si potrebbe costruire anche un parcheggio sotterraneo, accessibile solo da via Oberdan, non da via Angeli o dal Corso. Niente attività commerciali: la galleria Apollo dimostra che non funzionerebbero”.

E a proposito dell’Apollo: “Se dovessi intervenire su quell’edificio lo abbatterei - dichiara Rossi - e al suo posto realizzerei dei residence: due volumi separati con una piazzetta centrale per favorire l’illuminazione. Non lascerei nessuna attività commerciale, a parte quelle al piano terra con la vetrina che si affaccia su via Bedendo”.

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