Basta moschee mascherate <br/> la norma arriva da Venezia

Niente più moschee mascherate da capannoni in Polesine. Per pregare ci sono altri posti, più adeguati. Lo stabilisce la nuova legge regionale, ribattezzata legge "anti-moschee", che stabilisce una serie di paletti piuttosto impegnativi se si vogliono insediare nuovi luoghi di culto.



In Polesine, tra Adige e Po sorgono ben cinque di queste moschee. Due tra Adria e Cavarzere, le altre, però, sono tutte tra Medio e Alto Polesine.



La nuova legge stabilisce che i luoghi di culto possano sorgere soltanto in "aree F" (infrastrutture e impianti di interesse pubblico), devono disporre di infrastrutture adeguate come strade, parcheggi e opere di urbanizzazione con oneri di realizzazione a carico dei richiedenti, previa convenzione stipulata col Comune contenente anche un impegno fidejussorio.



Sono ammesse deroghe per gli edifici esistenti ma solo a certe condizioni: che siano immobili destinati al culto (sagrato incluso), abitazioni dei ministri del culto o del personale di servizio (come le perpetue o i campanari), immobili adibiti ad attività educative (le scuole paritarie), culturali, sociali, ricreative e di ristoro (patronati o oratori).



Cristiano Corazzari, assessore regionale polesano della Lega Nord, soddisfatto per l'approvazione delle nuove norme sui luoghi di culto: "E' un intervento normativo di buon senso, che affronta la questione innanzi tutto dal punto di vista urbanistico, fornendo risposte precise a problemi di stringente attualità come quello dell'uso improprio di certi spazi, ma che contemporaneamente assolve alla necessità di fornire ai cittadini veneti maggior sicurezza e tutela".



Il servizio completo in edicola nella Voce di giovedì 7 aprile