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Palazzo Celio, sindacati contrari <br/> all'indennità del direttore generale

Provincia di Rovigo

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Palazzo Celio

I sindacati della Funzione pubblica considerano soldi spesi male quelli per le indennità della dirigente provinciale Votta Gravina: 177mila euro lordi all'anno.
I dirigenti della provincia di Rovigo si portano a casa ogni anno, tutti insieme, 150mila euro di premio di produzione (25mila euro di media che si aggiungono a uno stipendio nell'ordine degli 80mila euro l'anno), mentre ai semplici dipendenti non restano che 230 euro a testa.



Ma per il sindacato ci sono soldi spesi ancor peggio di questi: quelli che palazzo Celio sborsa per il direttore generale. Tra indennità di funzione, oneri riflessi e Irap, Maria Votta Gravina costa alle casse della provincia 44.843 euro l’anno, a cui si aggiungono 103.706 euro di stipendio tabellare, 20mila euro di bonus da posizione e 8.690 euro di premio di produzione. Totale a carico della provincia, 177mila euro l’anno, di cui 138.954 di imponibile lordo per la dipendente.



Per la Funzione pubblica della Cgil, la provincia dovrebbe tagliare qualcosa. Se non altro, i 44mila euro e moneta corrisposti per le funzioni di direttore generale. Un ruolo di cui la provincia - sostiene il segretario provinciale del sindacato, Giuseppe Franchi - “non ha bisogno".



La stessa situazione esiste anche in municipio. Anche a palazzo Nodari, all’inizio dell’anno, la giunta di Massimo Bergamin ha conferito i “gradi” di direttore generale al segretario, Maria Cristina Cavallari. Un’operazione costata 20mila euro, e portata a compimento nonostante gli strali dell’opposizione che, almeno in un primo momento, aveva criticato duramente la decisione.



Il servizio completo in edicola nella Voce di giovedì 9 giugno
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